agevol@zienda
la NEWS è cambiata : oggi è FINANZA per la tua azienda...
...con AGEVOL@ZIENDA leggi la news e subito inoltri la richiesta
...con AGEVOL@ZIENDA leggi la news e subito inoltri la richiesta
Il rafforzamento della componente rappresentativa dell’attività produttiva verso cui dirigere i risparmi nazionali può rappresentare una robusta base per un welfare integrativo. Occorre poi creare portafogli che auto-proteggano i risparmiatori dall’inflazione, nel cui ambito gli investimenti in titoli di proprietà svolgono una funzione primaria. La proposta della CONSOB è quella di prevedere una composizione equilibrata degli investimenti tra attività mobiliari e immobiliari, affidando la redditività agli andamenti dell’economia reale, così alleggerendo la politica monetaria del peso di manovre inusuali sui tassi d’interesse. Le soluzioni tecniche possono essere diverse e la politica avrebbe il compito principale di creare la struttura giuridica di accoglimento più idonea per dare vita a un meccanismo protettivo del risparmio che soddisfi il dettato costituzionale.
Il risparmio rappresenta uno dei due fattori sui quali poggiano il benessere e la stabilità reale e finanziaria dell’Italia, insieme alle esportazioni. Lo evidenzia la CONSOB nella propria Relazione annuale, in cui ne ha sottolineato il positivo andamento nello scorso anno. Ad essi si è aggiunta la ripresa della fiducia in considerazione dei progressi nel contrasto alla pandemia e dell’avvio dell’iniziativa Next Generation EU. L’insorgere dell’inflazione e, ancor più, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno gettato, però, pesanti ombre sulle prospettive favorevoli che si erano delineate. L’Autorità di Vigilanza sottolinea come lo scorso anno il risparmio italiano ha registrato ancora una buona tenuta, ma i primi indizi per il 2022 manifestano segni di cedimento dei flussi. È anche emersa con chiarezza la tendenza, che ha mostrato nel corso del 2021 una netta accelerazione, a investire in strumenti speculativi e in mercati esteri, scelte non sempre basate su criteri razionali. Affidare al solo mercato la cura di queste attitudini, non di rado sollecitate da previsioni che la realtà si è data carico di smentire, potrebbe causare gravi conseguenze economiche e sociali, oltre a porsi in contrasto con il dettato costituzionale che considera il risparmio un bene pubblico. Si sottolinea allora l’urgenza di incanalare il risparmio verso le iniziative produttive delle imprese di ogni dimensione. La CONSOB formula poi una proposta di incentivazione e tutela del risparmio con il proposito di proteggerlo dalla “più iniqua delle tasse” e di indirizzarlo verso l’attività produttiva. Famiglie, ricchezza e investimenti finanziari È utile per avere un inquadramento di premessa, attingendo alla Relazione annuale della Banca d’Italia, delineare il quadro finanziario delle famiglie italiane e “leggerne” l’atteggiamento di investimento. Secondo le stime, nel 2021 la ricchezza netta è cresciuta del 3%, raggiungendo un importo di circa 10.449 miliardi di euro (8,7 volte il reddito disponibile). Si è ampliata soprattutto la componente finanziaria, grazie al rialzo dei prezzi dei titoli. Per quel che riguarda gli investimenti, le famiglie hanno continuato a orientarsi verso attività a basso rischio, sono proseguite le vendite nette di obbligazioni e di azioni, mentre sono cresciuti i depositi a vista. Sono poi aumentati gli acquisti di prodotti offerti da investitori istituzionali con gli strumenti del risparmio gestito, che rappresentano ora il 34% della ricchezza finanziaria, un valore superiore di 12 punti percentuali a quello di dieci anni fa e ormai in linea con la media dell’area dell’euro. All’espansione di questa componente hanno contribuito in larga parte le sottoscrizioni di quote di fondi comuni e di polizze assicurative, la cui incidenza sul totale delle attività finanziarie è salita, rispettivamente, al 15% e al 17% (8% e 12% nel 2011); rimane, invece, limitata la quota di investimenti gestita dai fondi pensione (meno del 3%). Per quel che riguarda la ricchezza immobiliare, essa è aumentata nel 2021 del 3%; quella detenuta sotto forma di attività reali (prevalentemente abitazioni) è salita solo lievemente, mentre la componente finanziaria e cresciuta in modo più sostenuto. Imprese e fonti di finanziamento La Banca d’Italia, con riferimento alle imprese italiane, sottolinea come ora esse presentano una struttura finanziaria più equilibrata rispetto alla vigilia della doppia recessione (2008-13). Oltre alla riduzione della leva, si è ampliata la diversificazione delle fonti di finanziamento; è aumentato il peso delle emissioni obbligazionarie sul totale dei debiti finanziari a fronte di una riduzione dell’incidenza dei prestiti bancari, che rimane tuttavia elevata nel confronto internazionale. Le quote dei prestiti da altre imprese residenti e di quelli da finanziatori esteri si mantengono contenute; ciò riflette anche le caratteristiche del tessuto produttivo nazionale, in cui sono relativamente poche le società di grande dimensione che in genere hanno maggiore capacità di prestare ad altre aziende (in particolare all’interno di un gruppo) o di attrarre finanziamenti esteri. Per quel che riguarda il capitale di rischio, emerge poi dalla Relazione della CONSOB un profilo di particolare delicatezza. Una parte significativa delle imprese italiane, soprattutto quelle che potrebbero irrobustire la gamma delle società quotate, sottolinea l’Autorità di Vigilanza, si spostano su borse o mercati finanziari esteri, perché attratte da vantaggi normativi offerti da altri Paesi e non presenti nel nostro sistema o, più semplicemente, disincentivate dalla complessità amministrativa delle procedure richieste per accedere e permanere tra le quotate. Questi fenomeni incidono sulla competitività e sullo sviluppo del mercato dei capitali italiano, chiamato oggi più che mai a svolgere un ruolo fondamentale per sostenere il percorso di ripresa e crescita dell’economia del Paese, consentendo di realizzare investimenti in digitalizzazione, innovazione e sostenibilità. Si sottolinea allora come la CONSOB con le Autorità competenti si muove per promuovere una semplificazione che freni un possibile deterioramento del nostro ecosistema finanziario e propizi un allargamento non solo dei mercati regolamentati. In questo ambito si va realizzando un proficuo ampliamento degli intermediari che intervengono in forme diverse per sostenere le imprese meritevoli di finanziamento, attraendo e ben investendo le risorse dei risparmiatori più lungimiranti. Per completezza di visione, è interessante sottolineare poi come, secondo le stime della Banca d’Italia, nel confronto internazionale il risparmio indirizzato al sistema produttivo nazionale attraverso i fondi comuni è contenuto; secondo le stime riportate alla fine del 2021, solo il 2,5% del portafoglio dei fondi detenuti dalle famiglie era investito in titoli di società non finanziarie residenti, a fronte del 49,7% destinato alla sottoscrizione di azioni e obbligazioni di aziende estere; ciò riflette anche la scarsa propensione di molte imprese italiane a offrire strumenti liquidi e negoziabili. Gli investimenti dei fondi si indirizzano soprattutto verso aziende degli Stati Uniti, ma anche verso quelle francesi, tedesche e britanniche. Va poi ricordato che la recente Relazione annuale della Covip evidenzia come, se si escludono i titoli di Stato italiani, anche il contributo che il sistema delle forme complementari fornisce all’economia italiana è limitato, anche nel confronto internazionale. Tra le motivazioni che vengono addotte vi sono il riferimento a benchmark di mercato diversificati su scala internazionale nei quali il peso assegnato all’Italia è marginale, dato l’esiguo numero di imprese quotate italiane e il limitato sviluppo, a livello nazionale, dei mercati di capitale e di debito privati. Finalizzare il risparmio verso iniziative produttive e costruire un portafoglio anti-inflazione La CONSOB sottolinea in primo luogo come stia emergendo una più stretta e sana relazione tra quotazioni e profitti. Il rafforzamento della componente rappresentativa dell’attività produttiva verso cui dirigere i risparmi può rappresentare allora una robusta base per un welfare integrativo. Occorre poi creare portafogli che auto-proteggano i risparmiatori dall’inflazione, nel cui ambito gli investimenti in titoli di proprietà svolgono una funzione primaria. La proposta è quella di prevedere una composizione equilibrata degli investimenti tra attività mobiliari e immobiliari, affidando la redditività agli andamenti dell’economia reale, così alleggerendo la politica monetaria del peso di manovre inusuali sui tassi dell’interesse. Le soluzioni tecniche possono essere diverse, prosegue l’Autorità di Vigilanza, e la politica avrebbe il compito principale di creare la struttura giuridica di accoglimento più idonea, per dare vita a un meccanismo protettivo del risparmio che soddisfi il dettato costituzionale. Analogo tentativo che è stato intrapreso a livello europeo, sia pure circoscritto, ma integrabile con la proposta avanzata, osserva la CONSOB, è quello dei Fondi di investimento a lungo termine (Eltif) e dei Piani individuali di risparmio (PIR), questi ultimi attuati in particolare in Italia. Come linea d’azione dell’Autorità si legge poi, con specifico riferimento a tale profilo, l’obiettivo primario è quello di supportare il processo di canalizzazione del risparmio verso l’economia reale, assicurando nel continuo adeguati livelli di tutela del risparmio. Saranno allora potenziate le iniziative per promuovere l’accesso al mercato delle piccole e medie imprese (PMI) e per mobilizzare nuovi flussi di risparmio, favorendo lo sviluppo di un ventaglio differenziato di strumenti di investimento anche a lungo termine (Eltif, Pir, fondi di fondi). Saranno poi esaminate proposte di segmentazione normativa sia del concetto di investitore, per individuare categorie di soggetti potenzialmente più adatte, in termini di tutele necessarie, alla partecipazione al mercato dei titoli delle PMI, sia della stessa definizione di PMI, per un ulteriore snellimento degli adempimenti regolamentari posti in capo alle società. Dr. Giuseppe Rocco Fonte *IPSOA L'obiettivo è includere tra gli interventi ammissibili le misure per la transizione digitale del paese previste dalle rispettive strategie nazionali per l'intelligenza artificiale, la banda ultralarga e i dati aperti.
Intelligenza artificiale: come finanziare le nuove tecnologie con i fondi europei? Istituito con il decreto Rilancio e rifinanziato con la Manovra 2022, il Fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione viene utilizzato per coprire le "spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali, della diffusione dell'identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche, della realizzazione e dell'erogazione di servizi in rete, dell'accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti previste dagli articoli 5, 62, 64 e 64-bis del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nonché per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie". Fondo innovazione tecnologica e digitalizzazione: cosa cambia con il decreto PNRR 2? Il decreto n. 36-2022 riformula l'elenco degli interventi ammissibili al Fondo, con l'obiettivo di estendere l'accesso anche a quelle misure per la digitalizzazione del paese previste dalle strategie che l'Italia ha adottato negli ultimi anni, tra cui: la strategia nazionale per l'intelligenza artificiale, la strategia nazionale per la bandaultralarga e la strategia nazionale dei dati pubblici. Con la riformulazione del dl PNRR 2 il Fondo va a coprire le spese per "interventi, acquisti di beni e servizi, misure di sostegno, attività di assistenza tecnica e progetti nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, del programma strategico sull’intelligenza artificiale, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, della strategia nazionale dei dati pubblici, anche con riferimento al riuso dei dati aperti, dello sviluppo e della diffusione delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, nonché della diffusione delle competenze, dell’educazione e della cultura digitale". Inoltre, per l'individuazione degli interventi cui destinare le risorse del Fondo - da effettuare tramite apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del ministro delegato per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione - si terrà conto anche delle competenze attribuite alla nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale. In questo modo il Fondo, oltre ad allinearsi alle novità normative e strategiche del paese, amplia il proprio raggio d'azione per sostenere al meglio la transizione digitale del paese. A cosa serve
La misura, che ha una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro, è volta a sostenere l’elaborazione e la realizzazione di progetti destinati alla valorizzazione dell’attività nel settore della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità. Prevede un contributo in conto capitale per importi non superiori all’80 per cento delle spese totali ammissibili. L’importo, comunque, non potrà essere superiore a 50 mila euro per singola impresa. A chi si rivolge Alle imprese che operano nel settore della ceramica artistica e di qualità e della ceramica tradizionale, individuate con il codice ATECO primario 23.41. Cosa finanzia Progetti autonomi e funzionali, diretti a realizzare almeno una delle seguenti finalità:
Spese ammissibili Sono ammissibili al contributo in conto capitale le seguenti spese:
Le imprese presentano ad Invitalia le domande di agevolazione relative alle spese esclusivamente e, a pena di improcedibilità, tramite l’indirizzo PEC segreteriainnovazione@postacert.invitalia.it, inviando il modulo di domanda e la relazione tecnica di progetto. Le domande di contributo possono essere presentate dalle imprese beneficiarie a partire dalla mezzanotte del 1 giugno e fino alle ore 23,59 del 12 agosto 2022. Le domande di rimborso dovranno contenere la relazione tecnica di progetto relativa alle attività e alle spese effettuate, corredata da copia dei titoli giustificativi delle spese sostenute e dei titoli di pagamento delle stesse. La domanda dovrà essere firmata digitalmente dal rappresentante legale o dal titolare dell’impresa beneficiaria. Ciascuna impresa può presentare una sola istanza. I contributi in conto capitale sono concessi sulla base di procedura valutativa con procedimento a sportello. sIprocede in ordine cronologico di presentazione delle domande alla verifica dei requisiti soggettivi ed oggettivi previsti dal presente decreto e alla verifica della correttezza e della conformità della documentazione trasmessa. Previa valutazione e approvazione da parte del Consiglio Nazionale Ceramico, il Ministero provvede, tramite apposito decreto, alla concessione ed erogazione dei contributi relativi ai progetti per i quali l’istruttoria si è conclusa positivamente. La concessione dei contributi avviene per elenco, secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande e nei limiti delle risorse disponibili. Conosciamo i tuoi bisogni e finanziamo la tua azienda attraverso i nostri partners finanziari:
- 6 mesi di preammortamento per le richieste completate entro il 15 luglio - Fino a 2 milioni di euro di finanziamento garantito. Richiesta gratuita e non vincolante - Relationship Manager, un consulente esperto nel tuo settore sempre al tuo fianco È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 28 giugno 2022 il decreto 25 marzo 2022 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali relativo agli “interventi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, da finanziare nell'ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 «Parco Agrisolare»”. Il finanziamento consiste nell'erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. L'obiettivo è di creare e migliorare l'infrastruttura connessa allo sviluppo, all'adeguamento e all'ammodernamento dell'agricoltura, compresi l'accesso ai terreni agricoli, la ricomposizione e il riassetto fondiari, l'approvvigionamento e il risparmio energetico e idrico.
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 28 giugno 2022 il decreto 25 marzo 2022 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali relativo agli “interventi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, da finanziare nell'ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 «Parco Agrisolare»”. In particolare con il decreto, nel rispetto degli obiettivi fissati dal regolamento UE 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza, sono fornite le direttive necessarie all'avvio della misura «Parco agrisolare», missione 2, componente 1, investimento 2.2, tramite l'erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. L'investimento persegue l'obiettivo di creare e migliorare l'infrastruttura connessa allo sviluppo, all'adeguamento e all'ammodernamento dell'agricoltura, compresi l'accesso ai terreni agricoli, la ricomposizione e il riassetto fondiari, l'approvvigionamento e il risparmio energetico e idrico. Per le aziende agricole di produzione primaria, gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l'obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno energetico dell'azienda e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica dell'azienda agricola, compreso quello familiare. La vendita di energia elettrica è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale. Nello specifico, dovranno essere selezionati e finanziati progetti che prevedono l'acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, ivi compresi quelli destinati alla ricezione ed ospitalità nell'ambito dell’attività agrituristica. Unitamente a tale attività, possono essere eseguiti uno o più dei seguenti interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell'efficienza energetica delle strutture: a) rimozione e smaltimento dell'amianto (o, se del caso, dell'eternit) dai tetti, in conformità alla normativa nazionale di settore vigente: tale procedura deve essere svolta unicamente da ditte specializzate, iscritte nell'apposito registro; b) realizzazione dell'isolamento termico dei tetti: la relazione tecnica del professionista abilitato dovrà descrivere e giustificare la scelta del grado di coibentazione previsto in ragione delle specifiche destinazioni produttive del fabbricato, anche al fine di migliorare il benessere animale; c) realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (intercapedine d'aria): la relazione del professionista dovrà dare conto delle modalità di aereazione previste in ragione della destinazione produttiva del fabbricato; a ogni modo, il sistema di areazione dovrà essere realizzato mediante tetto ventilato e camini di evacuazione dell'aria, anche al fine di migliorare il benessere animale. Il decreto definisce i criteri e le modalità di erogazione delle risorse e, in particolare: a) i criteri per la concessione dell'aiuto individuale ai soggetti beneficiari e la relativa entità dello stesso; b) la procedura per l'ammissione all'aiuto; c) i criteri di verifica e le modalità di concessione dell'aiuto. Per sviluppare e consolidare la propria posizione sul mercato internazionale, le microimprese manifatturiere, costituite anche in forma di rete o consorzi, fino al 15 luglio 2022 possono accedere al bonus export digitale. L’intervento mette a disposizione contributi per l’acquisizione di soluzioni digitali per l’export, fornite da imprese iscritte nell’elenco delle società abilitate.
Al via le domande per il Fondo PMI creative. Dalle ore 10:00 del 5 luglio 2022 apre, infatti, lo sportello per l’invio delle domande per la linea di intervento a sostegno dell’avvio, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese dei settori della cultura e dell’arte, della musica e dell’audiovisivo.
Le agevolazioni sono concesse fino a una percentuale massima di copertura delle spese ammissibili pari all’80%, articolata come segue: - una quota massima pari al 40% delle spese ammissibili nella forma del contributo a fondo perduto; - una quota massima pari al 40% delle spese ammissibili, sotto forma di finanziamento a tasso zero, della durata massima di 10 anni. Le imprese creative che si qualificano come start-up innovative o come PMI innovative possono richiedere la conversione di una quota del finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto a fronte di investimenti nel relativo capitale di rischio, attuato da investitori terzi. Il finanziamento agevolato è convertibile in contributo a fondo perduto per un importo pari al 50% delle somme apportate dagli investitori terzi e, comunque, fino alla misura massima del 50% del finanziamento concesso. Sono finanziabili i progetti di importo non superiore a 500.000 euro, al netto di IVA, da realizzare entro 24 mesi decorrenti dalla data di sottoscrizione del provvedimento di concessione dell’agevolazione. Come si presenta la domanda Per presentare la domanda è necessario collegarsi all’indirizzo che verrà attivato in concomitanza con l’apertura dello sportello. Per poter effettuare l’invio, occorrerà digitare il “codice di predisposizione della domanda” generato dalla piattaforma di compilazione, operativa dal 20 giugno scorso. L’accesso è consentito dalle 10.00 alle 17.00 nei giorni feriali, fino a esaurimento fondi, pari a complessivamente a 28 milioni di euro. La procedura di invio della domanda si concluderà con l’assegnazione del numero di protocollo e l’attestazione di avvenuta presentazione della domanda. Valutazione Le domande vengono valutate in base all’ordine di presentazione, sulla base della data e dell’orario di invio telematico. Le domande sono valutate in 60 giorni se la domanda è stata presentata correttamente. I tempi di valutazione sono sospesi in caso di richiesta di chiarimenti o integrazioni necessari rispetto ai dati e documenti inviati (comunicazione dei motivi ostativi) fino al ricevimento della documentazione integrativa richiesta. La valutazione prevede la verifica dei requisiti formali e l’esame di merito. La verifica dei requisiti formali consiste nell’accertare il possesso, alla data di presentazione della domanda, dei requisiti di legge dei proponenti e dell’iniziativa imprenditoriale. L’esame di merito comprende l’analisi delle informazioni presenti nella domanda di finanziamento e negli allegati per approfondire tutti gli aspetti descritti nel piano di impresa, secondo i seguenti criteri di valutazione: - caratteristiche del soggetto proponente, inclusa l’adeguatezza e coerenza delle competenze possedute al suo interno rispetto alla specifica attività prevista dal piano d’impresa anche con riguardo a titoli e certificazioni possedute; - coerenza dell’iniziativa proposta con le finalità dell’intervento, dimostrando elementi di innovazione e ricadute rispetto alla filiera creativa di riferimento; - potenzialità del mercato di riferimento, vantaggio competitivo dell’iniziativa proponente e relative strategie di marketing; - fattibilità tecnica del programma di investimento e sostenibilità economica e finanziaria del piano d’impresa. Per ogni criterio viene assegnato un punteggio. Il punteggio minimo per essere ammessi alle agevolazioni è pari a 50. Il massimo ottenibile è 80. L’esame di merito comprende anche un colloquio di valutazione con l’impresa richiedente. Per le richieste volte ad ottenere la conversione di una quota del finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto, Invitalia verifica la conformità dell’investimento nel capitale di rischio alle condizioni richieste. Erogazione agevolazioni Le agevolazioni sono erogate in non più di 4 stati di avanzamento lavori, fatta salva la possibilità per il soggetto beneficiario di richiedere l’erogazione di una prima quota di agevolazione a titolo di anticipazione, svincolata dall’avanzamento del programma degli investimenti, di importo non superiore al 40% dell’importo complessivo delle agevolazioni concesse, previa presentazione di fideiussione o polizza fideiussoria. Oltre ad aumentare la dotazione del superbonus alberghi, la legge di conversione del DL 36-2022 interviene anche sul Fondo di garanzia e sul progetto Caput Mundi, entrambi del PNRR.
Come altri decreti varati nei mesi passati, anche il DL 36-2022 rappresenta un atto importante per il pacchetto turismo del PNRR, messo in piedi per sostenere e rilanciare uno dei settori più colpiti dalla crisi economica causata dal covid. La legge di conversione del DL 36-2022, infatti, interviene sia sulla dotazione di due incentivi del Recovery plan per il turismo, sia sulle procedure e le modalità di attuazione di altri due interventi del PNRR per il turismo. PNRR turismo: più fondi per il superbonus hotel La misura forse più importante contenuta nella legge di conversione del DL 36-2022 è quella contenuta dall’articolo 38 che prevede una traslazione di risorse tra il tax credit per la digitalizzazione delle agenzie di viaggio (sub investimento 4.2.2) e quello per il miglioramento delle infrastrutture di ricettività (sub investimento 4.2.1). Il decreto PNRR bis, infatti, destina le risorse finanziarie per l'attuazione della linea progettuale M1C3, sub investimento 4.2.2, pari a 98 milioni di euro, all'incremento della dotazione finanziaria della linea progettuale M1C3, sub investimento 4.2.1. “L'importo di 100 milioni di euro stanziato per il 2022 per il credito d'imposta a favore delle imprese operanti nel settore turistico, alberghiero e ricettivo in relazione a uno o più interventi edilizi e per la digitalizzazione d’impresa, di cui all'articolo 1, comma 13, del D.L. n. 152 del 2021”, cioè il superbonus hotel, “è destinato a finanziare anche le domande di agevolazione presentate dalle agenzie di viaggio e tour operator per la fruizione del credito di imposta per investimenti e attività di sviluppo digitale ai sensi dell'articolo 4 del medesimo decreto-legge n. 152 del 2021”, si legge infatti nel dossier della Camera sul decreto. Pertanto - conclude il dossier - per il credito d'imposta dell’80% “viene ulteriormente autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2022”. Per approfondire: cosa prevede il DL 152-2021 sul turismo? PNRR turismo: le novità sulla Sezione Speciale Turismo del Fondo di garanzia PMI Oltre a dare più risorse al superbonus hotel 80%, la legge di conversione del DL 36-2022 interviene anche sull’investimento 4.2.4 della M1C3 del Recovery plan. L’articolo 39 del decreto PNRR bis, infatti, “integra la previsione per cui nell'attività di rilascio delle garanzie, il consiglio di gestione del Fondo opera in composizione integrata con un membro designato dal Ministero del turismo e con un rappresentante delle organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle imprese turistiche”, spiegano dalla Camera dei deputati. PNRR turismo: un commissario per il progetto “Caput Mundi” Infine la legge di conversione del DL 36-2022 va ad occuparsi anche della misura M1C3-35- Investimento 4.3, introducendo alcune novità operative che dovrebbero assicurare una migliore e più rapida attuazione del progetto. L’articolo 40 del DL 36-2022, infatti, dispone che ai fini della realizzazione degli investimenti del progetto “Caput Mundi, il Ministro del turismo possa “avvalersi del Commissario Straordinario del Governo nominato al fine di assicurare gli interventi funzionali alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 nell'ambito del territorio di Roma Capitale”. Il progetto in questione - lo ricordiamo - è quello che mira ad aumentare il numero di siti turistici accessibili nel territorio di Roma, nonché a creare alternative turistiche e culturali valide e qualificate rispetto alle aree centrali affollate, anche attraverso un aumento dell'uso delle tecnologie digitali e al potenziamento delle aree verdi e della sostenibilità del turismo a Roma. In particolare, le risorse stanziate saranno destinate a rigenerazione e restauro del patrimonio culturale della Capitale. A disposizione ci sono oltre 11,6 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca collaborativa, attraverso il coinvolgimento di enti di ricerca pubblici, università e imprese.
Sono stati stanziati altri 591 milioni di euro per finanziare il maggior numero di progetti presentati dalle imprese nell'ambito degli accordi per l'innovazione. I fondi si aggiungono a una prima dotazione di 500 mln di euro, messa in campo dal fondo nazionale complementare al PNRR, già stanziati ed esauriti. E’ già in gestazione un secondo sportello relativo agli Accordi per l'innovazione; che vedrà la luce nel prossimo autunno e che avrà un ulteriore budget di 500 milioni di euro a valere sul Fondo complementare al PNRR.
|
AGEVOL@ZIENDA Servizio di assistenza tecnica alla richieste di finanza ordinaria e agevolata offerta in abbonamento annuale >>>>>> Archivi
October 2022
Copyright 2022-2027 ©
Studio Ferrise Paolo A.M. All rights reserved EU © EEC n.EX2015D238997 |