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News 

tutte le novità  sugli strumenti a supporto della tesoreria aziendale, sui finanziamenti, sui bandi

Redazione a cura di
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MISE. Piano Transizione 4.0. Credito d'imposta promosso per sostenere gli investimenti in beni strumentali.

22/4/2020

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Area Geografica: Italia
Scadenza: BANDO APERTO | Fino ad esaurimento fondi
Beneficiari: Micro Impresa, Grande Impresa, PMI
Settore: Agricoltura, Artigianato, Commercio, Industria, Servizi/No Profit, Turismo, Cultura, Agroindustria/Agroalimentare
Spese finanziate: Consulenze/Servizi, Innovazione Ricerca e Sviluppo, Attrezzature e macchinari
Agevolazione: Contributo a fondo perduto

Supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.
La misura è cumulabile con la misura Bonus macchinari Nuova Sabatini.
Soggetti beneficiari
Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. l credito d'imposta del 6% per gli investimenti in altri beni strumentali materiali è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni.

Tipologia di interventi ammissibili
Il credito si applica agli investimenti effettuati a decorrere dal 1 gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro il 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Per i beni tecnologicamente avanzati e immateriali, le imprese sono tenute a produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli rispettivamente negli elenchi di cui ai richiamati allegati A e B e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante.

Entità e forma dell'agevolazione
Per gli investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati è riconosciuto un credito d'imposta nella misura del:
 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro.
 

Per gli investimenti in beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0 è riconosciuto un credito d'imposta nella misura del:
 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.
 

Per investimenti in altri beni strumentali materiali, diversi da quelli ricompresi nel citato allegato A, è riconosciuto un credito d'imposta nella misura del:
 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.
 

Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali.
Il credito d'imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi nei limiti massimi del raggiungimento del costo sostenuto.

Scadenza
La domanda può essere presentata fino ad esaurimento fondi.
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Decreto liquidita’: via libera della Commissione europea

14/4/2020

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Via libera della Commissione europea al decreto liquidità
Il 14 aprile le misure italiane a sostegno delle imprese colpite dal coronavirus, varate tramite il dl credito, sono state approvate "nell'ambito del quadro normativo temporaneo adottato dalla Commissione il 19 marzo 2020 e modificato il 3 aprile 2020. Il bilancio totale della misura comunicata dalle autorità italiane è di 200 miliardi di euro".
La Commissione europea ricorda che "il sistema di garanzia italiano con un budget fino a 200 miliardi di euro consentirà garanzie pubbliche su nuovi prestiti e sul rifinanziamento di prestiti esistenti per tutte le imprese, comprese le grandi società. Insieme all'altro regime italiano per sostenere i lavoratori autonomi, le PMI e le società a media capitalizzazione colpite nel contesto dell'epidemia di coronavirus, il regime" di aiuti di Stato "aiuterà le aziende a coprire il capitale circolante immediato e le esigenze di investimento in questi tempi difficili".

Pubblicato in Gazzetta ufficiale l'8 aprile il decreto liquidità o decreto credito - n. 23 del 8 aprile 2020 - è il provvedimento da 400 miliardi che servirà ad imprimere alle aziende la necessaria iniezione di risorse per ripartire.
Nel decreto liquidità previsto un ulteriore potenziamento del Fondo di garanzia per le PMI, con garanzie che arrivano al 100% concesse a titolo gratuito. Per i prestiti alle grande aziende scende in campo SACE. Sospesi versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio. Misure che ottengono il via libera della Commissione europea. 



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​su DECRETO LIQUIDITA'



Fondo di garanzia PMI: garanzie al 100% per imprese fino a 499 dipendenti
Dopo le semplificazioni introdotte dal decreto Cura Italia per allargare il perimetro del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, il Governo potenzia ulteriormente la misura, allargando la platea di imprese e innalzando la percentuale di garanzia massima. 
Le garanzie pubbliche, che saranno del: 
  • 100% per prestiti fino a 25mila euro, senza alcuna valutazione del merito di credito;
  • 100% per i prestiti fino a 800mila euro, con la valutazione del merito di credito;
  • 90% nei casi restanti con tetto a 5 milioni di importo garantito e valutazione della situazione finanziaria pre-crisi. Ma anche in quest’ultimo caso si può arrivare al 100% con la controgaranzia dei Confidi.
Secondo le stime del MISE il fondo garanzia PMI potrà contare complessivamente su 7 miliardi di euro, con un effetto leva di 14 miliardi.
Il Governo garantisce un netto snellimento burocratico. “Tutto sarà più rapido: tempo qualche giorno e le persone potranno recarsi presso gli istituti i credito” per chiedere i prestiti garantiti dal Fondo, sottolinea Patuanelli.
Per velocizzare i tempi e rispondere subito alle richieste giunte alle banche ABI ha emanato una circolare per illustrare nel dettaglio le novità introdotte dal decreto per quanto riguarda i prestiti garantiti. 
L'importo del prestito garantito non può superare il 25% dell’ammontare dei ricavi del beneficiario, risultante dall’ultimo bilancio depositato o dall’ultima dichiarazione fiscale presentata. Per i beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019 va dimostrato tramite idonea documentazione, come ad esempio un'autocertificazione.
La restituzione del prestito è in sei anni e l’inizio del rimborso del capitale scatta non prima di 2 anni dall'erogazione.
Per i prestiti fino a 25mila euro è previsto un tasso di interesse, anche se basso, rapporto al Rendistato con una maggiorazione dello 0,2% (si può stimare un valore tra 1,2 e 2%). Per le aziende fino a 3,2 milioni di ricavi il testo non prevede invece un tasso minimo né una durata massima del rimborso prefissata.
Il rilascio della garanzia è automatico e gratuito. La banca potrà pertanto erogare il finanziamento con la sola verifica formale del possesso dei requisiti, senza attendere l’esito dell’istruttoria del gestore del Fondo medesimo.

Per le grandi imprese scende in campo SACE
Il livello delle garanzie per le imprese medie e grandi sarà compreso tra il 70% e il 90%, per un totale circa di 200 miliardi di euro. Sarà SACE, del gruppo Cassa depositi e prestiti, a gestirle.
Nel dettaglio: 
  • le imprese con meno di 5.000 dipendenti e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro possono ottenere una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto, e per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
  • la copertura scende all’80% per imprese con più di 5.000 dipendenti ed un fatturato compreso tra 1,5 e 5 miliardi e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi;
  • l’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda;
  • per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da SACE sarà gratuito ma subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.
Sono coperti dalla garanzia SACE i finanziamenti erogati entro il 31 dicembre 2020, di durata non superiore a 6 anni, con la possibilità per le imprese di avvalersi di un preammortamento di durata fino a 24 mesi. 
L’ammontare del finanziamento assistito da garanzia non può essere superiore al maggiore tra i seguenti importi: 
  • 25% del fatturato 2019, come risultante dal bilancio approvato ovvero dalla dichiarazione fiscale; 
  • il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019, come risultanti dal bilancio ovvero dai dati certificati se l’impresa non ha ancora approvato il bilancio. 
Il finanziamento coperto dalla garanzia deve sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia, come documentato e attestato dal rappresentante legale dell’impresa beneficiaria. 

È prevista una procedura “semplificata” per il rilascio della garanzia in favore di imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e con un ammontare del fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro.

Per le imprese con fatturato e dipendenti superiori a tali soglie, il rilascio della copertura è decisa con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dello sviluppo economico, sulla base dell’istruttoria SACE. 

Sospesi versamenti di Iva, ritenute e contributi
Si interviene con norme urgenti per il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. In particolare, si prevede la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il “Cura Italia”.

Nel dettaglio, si prevede:
  • la sospensione di IVA, ritenute e contributi per i soggetti che hanno subito un calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia; soglia che si applica in forma fiversificata ai soggetti residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza): in questo caso è sospeso il versamento IVA se il calo del fatturato è di almeno il 33%, a prescindere da tetto dei 50 milioni di fatturato;
  • la sospensione in ogni caso dei versamenti di cui sopra per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal 1° aprile 2019;
  • ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in 5 rate.
La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto Cura Italia viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio. Il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo e la scadenza per l’invio della Certificazione Unica sono prorogati dal 31 marzo al 30 aprile.

Sospensioni per il bonus prima casa
L’emergenza coronavirus sta provocando non poche difficoltà nella conclusione delle compravendite immobiliari, rischiando così di far perdere il bonus prima casa a chi non rispetti i termini per determinati adempimenti.
Onde evitare quest'eventualità, il decreto liquidità prevede una serie di rinvii al 31 dicembre 2020 e meno rigidità per non perdere il bonus.

Nuove regole su golden power
Insieme al decreto liquidità il Consiglio dei Ministri ha approvato anche le nuove regole sul golden power, che già esiste sui settori della difesa, telecomunicazioni, energia, e viene esteso anche ai settori: alimentare, sanità, banche e assicurazioni

I poteri di veto del Governo oltre a coprire nuovi settori vengono estesi anche alle operazioni di acquisizioni all'interno dell'Unione europea non solo per controllo ma anche per acquisizione di quote del 10% in su. È possibile, inoltre, avviare d'ufficio l'esercizio dei poteri speciali anche per operazioni non notificate.

Crisi d’impresa
Il decreto liquidità interviene anche sulla crisi d’impresa, rimandando innanzitutto al 1 settembre 2021 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa.

Congelate le istanze di fallimento fino al 30 giugno, con l’eccezione di quelle avanzate dal pm, e si interviene su concordati e accordi di ristrutturazione per favorire gli adempimenti. 

Fonte DASI 
ASSISTENZA PER LA RICHIESTA DI FINANZIAMENTI CON IL DECRETO LIQUIDITA'

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Decreto liquidità: ecco come funzionano le richieste ...

9/4/2020

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Le garanzie statali sui prestiti bancari sono un capitolo centrale del decreto Liquidità. Capitolo diviso a sua volta in due canali di accesso: la società pubblica Sace (parte del polo Cdp), soprattutto per le imprese più grandi, e il Fondo di garanzia per le Pmi (Mediocredito Centrale e ministero dello Sviluppo) che è più mirato a imprese fino a 499 dipendenti. I prestiti garantiti con le nuove regole non sono ancora operativi, occorre ancora l’autorizzazione della Ue, l’aggiornamento di alcune procedure interne di banche e Sace e l’aggiornamento della piattaforma informatica del Fondo di garanzia. Potranno servire alcuni giorni.

Si prevedono tre fasce. Garanzia statale che copre il 90% del prestito per imprese con meno di 5mila dipendenti in Italia e valore del fatturato fino a 1,5 miliardi. Garanzia all'80% per aziende con fatturato tra 1,5 e 5 miliardi o con più di 5mila dipendenti in Italia. Copertura al 70% per imprese con fatturato oltre 5 miliardi. In ogni caso, l’importo del prestito garantito non potrà essere superiore al maggiore di questi due elementi: 25% del fatturato 2019 oppure il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019, come da bilancio o da dati certificati (se l’impresa è nata dopo il 31 dicembre 2018 si fa riferimento ai costi del personale attesi per i primi due anni di attività). 

I vincoli
Ad ogni modo, l’impresa beneficiaria (o altre imprese del medesimo gruppo) non potrà distribuire dividendi o riacquistare proprie azioni nel corso del 2020. L’azienda, poi, sarà chiamata ad assumere l’impegno a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali. Dovrà inoltre rispettare una clausola made in Italy, cioè dovrà usare il finanziamento solo per attività localizzate in Italia.

I costi e la durata
I prestiti vanno restituiti in sei anni, con preammortamento possibile fino a due anni. Le commissioni sono differenziate. Per le Pmi, in rapporto all'importo garantito, sono pari a 0,25% il primo anno, 0,5% il secondo e terzo, 1% dal quarto al sesto. Per le imprese più grandi sono invece pari a 0,5% dell'importo garantito il primo anno, 1% secondo e terzo, 2% dal quarto al sesto.

Le procedure
Per la prima fascia, sotto 1,5 miliardi di fatturato, la procedura è la seguente: domanda alla banca, che in caso di delibera positiva richiede la garanzia alla SACE. Quest'ultima processa la richiesta ed emette un codice del finanziamento, che la banca poi eroga. Per le imprese più grandi procedura più complessa: occorrerà un decreto Mef-Mise.

Il canale Fondo di garanzia
In questo caso la garanzia di base sarà del 90%, per importo massimo garantito di 5 milioni di euro. I finanziamenti avranno durata massima di 6 anni con un importo limitato. Si sale al 100% per finanziamenti fino a 25mila euro, e comunque entro il 25% dei ricavi, destinati non solo alle imprese fino a 499 dipendenti ma anche ai lavoratori autonomi. Per questa categoria di prestiti non c'è valutazione del merito di credito, basta un'autocertificazione sui ricavi. La restituzione è in sei anni con inizio del rimborso del rimborso non prima di due anni.

Per chi ha ricavi fino a 3,2 milioni
Sempre con il Fondo di garanzia è prevista una garanzia al 90% che può arrivare al 100% se l'ulteriore 10% è garantito dai consorzi fidi privati (Confidi). In questo caso possono accedere al finanziamento solo imprese, fino a 499 dipendenti, che abbiano ricavi fino a 3,2 milioni. E comunque entro il 25% del fatturato, quindi entro un prestito di 800mila euro. Serve un'autocertificazione che attesti i danni da Covid 19.

I costi e la durata
Per tutte le operazioni del Fondo, fino al termine del 2020, l'accesso è gratuito. Per i prestiti fino a 25mila euro è comunque previsto un tasso di interesse, anche se basso, rapporto al Rendistato con una maggiorazione dello 0,2% (si può stimare un valore tra 1,2 e 2%). Nel caso della seconda categoria, per aziende fino a 3,2 milioni di ricavi, il testo non prevede invece un cap cioè un tasso minimo ne' una durata massima del rimborso prefissata.

Le procedure
Come detto, per i prestiti fino a 25mila euro, non ci sarà valutazione del merito di credito del beneficiario. Per le altre categorie, prestiti al 90% o prestiti al 90% Stato+10% Confidi, ci sarà comunque un'istruttoria bancaria anche se alleggerita. Si valuterà infatti solo la struttura economica-finanziaria dell'azienda con esclusione della valutazione andamentale, che è quella relativa agli ultimi sei mesi quindi quella che più può risentire della crisi in corso.

​FONTE SOLE24ORE
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#CREDITO Coronavirus: le nuove misure di CDP per imprese e Regioni

3/4/2020

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Dopo aver varato un pacchetto di misure da 7 miliardi per sostenere le imprese italiane danneggiate dal Coronavirus, il Gruppo Cassa depositi e prestiti lancia due nuovi interventi: uno per le medie e grandi imprese, e l’altro per Comuni e Regioni.
La nuova misura da 2 miliardi per medie e grandi impreseLa prima delle nuove misure varate il 2 aprile da CDP riguarda le medie e grandi imprese. Si tratta di un intervento da 2 miliardi di euro, per supportare i fabbisogni finanziari di questa tipologia di aziende (si parla indicativamente di quelle con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) per:
  • Esigenze temporanee di liquidità;
  • Supporto al capitale circolante;
  • Sostegno agli investimenti previsti dai piani di sviluppo delle aziende.
In attesa dell’avvio operativo dei meccanismi di garanzia previsti dal DL Cura Italia (articolo 57), infatti, con questo intervento CDP intende fornire liquidità immediata a queste aziende, alle prese con gli effetti negativi causati dall’epidemia.
L’erogazione dei fondi potrà avvenire anche in pool con altre Istituzioni finanziarie, mediante finanziamenti con quota di CDP di importo compreso tra 5 e 50 milioni di euro e durata fino a 18 mesi.
Per Comuni e Regioni, CDP lancia la rinegoziazione di 34 miliardi di prestitiSempre il 2 aprile, il Consiglio d'amministrazione del Gruppo ha varato anche una misura a sostegno di Comuni, Città Metropolitane, Province e Regioni che in queste settimane stanno intervendo a fianco di cittadini e imprese per mitigare le ripercussioni socio-economiche della crisi.
Per questo CDP ha deciso di attuare la più vasta operazione di rinegoziazione dei prestiti degli ultimi anni del Gruppo.
Si tratta, infatti, di una iniziativa che permetterà a 7.200 enti di rinegoziare circa 135 mila prestiti, per un debito residuo complessivo di 34 miliardi di euro.
Grazie all’intervento, nel 2020 saranno quindi liberati fino a 1,4 miliardi di euro, risorse che gli enti potranno destinare anche ad interventi per far fronte all’emergenza Coronavirus,.
L’iniziativa si aggiunge a quella già varata nelle scorse settimane relativa alla sospensione delle rate dei mutui dei comuni ricompresi nell’iniziale zona rossa delle regioni Lombardia e Veneto.
Il pacchetto di misure da 7 miliardiGli ultimi due interventi stabiliti il 2 aprile, si sommano alle misure già varate in questo periodo dal Gruppo. Si tratta, in particolare, di un pacchetto di misure da 7 miliardi di euro di cui:
  • 3 miliardi sono impiegati per garantire tassi calmierati a Pmi e Mid-cap, da parte delle istituzioni finanziarie aderenti alla ‘Piattaforma imprese’. Risorse già disponibili e che permetteranno di sostenere investimenti ed esigenze di capitale circolante delle imprese in questa fase complicata;
  • 4 miliardi servono, invece, per supportare le attività di export, anche in prospettiva del Piano per la Promozione del Made in Italy 2020. 
Il Plafond Piattaforma Imprese da 3 miliardi per garantire l’accesso al creditoLa prima linea di intervento di CDP è quella che intende sostenere l’accesso al credito da parte delle imprese italiane, garantendo loro la necessaria liquidità per affrontare questo momento di difficoltà. Si tratta di un’iniziativa già attiva e che si rivolge a tutte le società MID Corporate e PMI italiane. 
“Piattaforma Imprese”, infatti, è uno strumento attivo sin dal 2014 e che consente alle banche di reperire funding a condizioni di mercato per l’erogazione di finanziamenti a tassi competitivi alla propria clientela. 
Adesso, per incrementare ulteriormente i benefici per le imprese colpite dalle conseguenze negative della pandemia, il Plafond è stato ulteriormente ritoccato, grazie ad una riduzione eccezionale del costo della provvista rispetto alle condizioni ordinarie. Una situazione che resterà in piedi fino al termine della fase emergenziale. 
Più nel dettaglio:
  • Le linee di provvista messe a disposizione da CDP hanno una durata compresa tra i 3 e 12-15 anni, con obbligo per le banche di concedere nuova finanza alle imprese di durata minima rispettivamente compresa tra 1 e 10 anni;
  • Inoltre, qualora sul finanziamento venga acquisita una garanzia da parte di un garante pubblico o equivalente (come ad esempio il Fondo di Garanzia per le PMI ex L. 662/96 o SACE,) il prezzo della provvista praticato da CDP beneficia di un’ulteriore riduzione (cd. linee a ponderazione zero);
  • Infine, per assicurare la massima trasparenza, CDP richiede alle banche partner di indicare nel contratto di finanziamento con l’impresa il costo al quale è stata ottenuta la provvista da CDP e la relativa durata, dando in questo modo evidenza del margine applicato dalla banca medesima.
Tre misure per sostenere l’internazionalizzazione dal valore di 4 miliardiPer quanto riguarda l’internazionalizzazione, invece, CDP ha stanziato 4 miliardi ripartiti in tre linee di intervento.
La prima riguarda le Garanzie finanziarie e ha una dotazione di 1,5 miliardi di euro. L’iniziativa è destinata a tutte le società di capitali MID Corporate e PMI che presentino un fatturato export minimo del 10% e che al 31 dicembre 2019 si trovavano in una situazione di equilibrio finanziario.
In particolare, grazie al plafond di 1,5 miliardi di euro, SACE rilascia garanzie fino al 50% al sistema bancario per agevolare l’erogazione di nuovi mutui di breve termine finalizzati al finanziamento del circolante (ad esempio per necessità di materie prime, scorte di magazzino, semilavorati ma non solo). In questo modo le aziende vengono sostenute nel corso di questa congiuntura negativa, permettendo loro di far fronte allo shock della filiera produttiva nazionale e internazionale e a momentanei ritardi nei flussi di incasso delle commesse in essere.
La seconda linea, invece, ha una dotazione di 2 miliardi e si rivolge ad imprese estere con elevato potenziale di procurement dall’Italia. Anche in questo caso si tratta di uno strumento che sostiene l'export italiano perché, grazie all’attivazione di nuove coperture assicurative e finanziamenti a beneficio di grandi buyer esteri, si incrementa l’acquisto di merci e servizi italiani soprattutto nel settore oil&gas, macchinari e meccanica, infrastrutture, alimentare ed energetico. 
La terza linea, infine, consiste in un plafond di 500 milioni di euro per supportare le esportazioni delle PMI italiane verso i paesi del Latin America, Africa e Middle East (aree a indirizzo preferenziale, ma non esclusivo, in considerazione del loro forte tasso di crescita ma ancora sotto-penetrate dalle PMI italiane). Il tutto con condizioni assicurative favorevoli, nel rispetto del quadro normativo internazionale vigente e senza l’applicazione di alcun costo per la valutazione di affidabilità della propria controparte.


Iniziative di moratoria e dilazione dei pagamentiAgli interventi sul credito e l’export, si va poi ad aggiungere un’azione specifica di SACE, portata avanti in complementarietà con il sistema bancario. SACE, infatti, concederà una moratoria fino a 12 mesi sui finanziamenti a medio-lungo termine garantiti, in linea con le misure promosse da ABI o da singole banche. Una misura che sarà estendibile a tutte le imprese italiane che saranno danneggiate direttamente o indirettamente dall’emergenza. 
A questa iniziativa, poi, se ne affiancano altre due:
  • Una dilazione del pagamento su operazioni di factoring, dedicata alle imprese clienti di SACE Fct, che prevede una estensione fino a 6 mesi dei termini di dilazione  precedentemente accordati;
  • Una proroga dei termini di pagamento delle polizze assicurative per tutti gli assicurati e/o contraenti di SACE BT. 
Gli altri interventi di CDP per l’internazionalizzazione Oltre ai 7 miliardi di euro, il Gruppo CDP sta sostenendo l'internazionalizzazione delle imprese italiane anche in altri due modi.
Il primo riguarda il rifinanziamento da 400 milioni del Fondo Rotativo 394, previsto dal Piano Straordinario per il Made in Italy 2020.
Il secondo consiste, invece, in una moratoria sui finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione concessi da Simest, varata a seguito dell’emergenza Coronavirus. In questo modo le aziende danneggiate dall’emergenza COVID-19, possono ottenere le seguenti condizioni straordinarie: 
  • Una moratoria (per la presentazione di documentazione e rendicontazione) o un posticipo (dei periodi di ammortamento e pre-ammortamento) di sei mesi, nel caso le iniziative oggetto del finanziamento siano state rinviate;
  • L’eliminazione della maggiorazione del 2%, prevista per le revoche, per la parte di rimborso del finanziamento delle spese non effettuate, se le iniziative oggetto di finanziamento sono state cancellate.
Le prossime iniziative CDP, presto operativeIl Gruppo Cassa Depositi e Prestiti sta lavorando anche per rendere operativa, nelle prossime settimane, un'altra iniziativa già approvata dal Decreto-legge “Cura Italia” del 17 marzo 2020. 
Si tratta del rafforzamento del Fondo rotativo Legge n. 394/81. L’intervento, in particolare, prevede la costituzione di una sezione separata del Fondo che permetterà co-finanziamenti a fondo perduto fino al 50% dei finanziamenti agevolati attualmente concessi.

L’accordo da 1 miliardo tra CDP e UnicreditAll’interno del pacchetto da 7 miliardi di euro, rientra anche la partnership tra CDP e Unicredit che ha dato il via ad un plafond da 1 miliardo per sostenere le imprese italiane clienti della banca e danneggiate dal Coronavirus.
Più nello specifico attraverso il plafond saranno offerti finanziamenti a breve termine (fino a 18 mesi), erogati da UniCredit e garantiti da SACE, a favore delle aziende clienti della banca, per far fronte alle esigenze di capitale circolante e permettere a queste di assorbire al meglio lo shock subito dalla filiera produttiva nazionale e internazionale a seguito della diffusione in tutto il mondo del Covid-19.
Le risorse, infatti, consentiranno alle imprese di:
  • Superare le difficoltà legate a momentanei ritardi nei flussi di incasso degli ordini e delle commesse in essere;
  • Far fronte alle limitazioni nelle consegne ai clienti o dai fornitori, garantendo, quindi, continuità nella loro operatività con i mercati internazionali.
Fonte ASI
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