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Bonus beni strumentali in chiave Industria 4.0: come funzionaCon la componente n. 2 denominata “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo” della missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” del PNRR, continua la quarta rivoluzione industriale promossa dal MISE con il Piano Nazionale Industria 4.0.
Lo stanziamento di circa 13 miliardi di euro - al quale si aggiungono ulteriore 5 miliardi di euro finanziati dal Fondo Complementare - ha l’obiettivo di promuovere il trasferimento tecnologico e la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese, potenziando tutte le misure già previste dal Piano Nazionale Industria 4.0. Le finalità sono molteplici, partendo dagli incentivi fiscali relativi alla ricerca e sviluppo, all’innovazione tecnologica e alla transizione ecologica, all’effettuazione di investimenti in beni materiali e immateriali in chiave 4.0, fino alla formazione del personale al fine di acquisire e/o consolidare le conoscenze in tecnologie rilevanti (i.e. analisi dei big data e dei dati, interfaccia uomo-macchina, l’IoT, l’integrazione digitale dei processi aziendali e la sicurezza informatica). Le nuove tecnologie legate al paradigma 4.0 - quali ad esempio i big data e l’analisi dei dati, la robotica e l’automazione avanzata nonché l’interconnessione di dispositivi e sensori intelligenti - sono già ampiamente disponibili e presenti sul mercato, ma la loro applicazione risulta essere ancora limitata a determinati processi e settori del comparto produttivo italiano. La possibilità di interconnettere macchinari, impianti, sistemi logistici e, inoltre, l’interno “sistema fabbrica” permette alle imprese il raggiungimento di nuovi obbiettivi in termini di maggiore produttività e competitività sul mercato, di efficientamento energetico e di ottimizzazione dei flussi di approvvigionamento. Tutto ciò superando la tradizionale idea di sostituire un vecchio macchinario con uno all’avanguardia, per arrivare ad una combinazione di diverse tecnologie nell’ottica di creare un vero e proprio sistema integrato. Bonus investimenti in beni strumentali 4.0 In merito all’acquisto di beni materiali e immateriali in chiave 4.0, la legge n. 178 del 30 dicembre 2020 (legge di Bilancio 2021) ha modificato la disciplina del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate sul territorio italiano, prorogando l’agevolazione fiscale fino al 2022, potenziando aliquote agevolative e incrementando l’ammontare delle spese ammissibili. La platea dei soggetti beneficiari è ampia, dal momento che possono accedere allo strumento agevolativo in parola tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato - incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti - indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime di determinazione del reddito d’impresa adottato. Le aliquote agevolative per i beni materiali aventi le caratteristiche Industria 4.0 variano a seconda dell’anno in cui viene effettuato l’investimento: - per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021 (o termine “lungo” del 30 giugno 2022) il credito d’imposta è previsto nella misura del 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 30% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro; 10% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro. - per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (o termine “lungo” del 30 giugno 2023) il credito d’imposta è previsto nella misura del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 20% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni euro; 10% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro. L’aliquota prevista per i beni immateriali 4.0, invece, è pari al 20% per investimenti fino a 1 milione di euro, effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2022 (o termine “lungo” del 30 giugno 2023). Molteplici sono anche le modalità di effettuazione degli investimenti, i quali possono essere effettuati dalle imprese mediante il semplice acquisto del bene o attraverso la sottoscrizione di un contratto di leasing o di appalto, fino ad arrivare alla costruzione in economia. Aspetto da sottolineare attiene la modalità di fruizione del beneficio, dal momento che le imprese beneficiarie possono utilizzarlo esclusivamente in compensazione tramite F24, in un numero di quote annuali di pari importo (variabile a seconda dell’anno in cui saranno effettuati e interconnessi gli investimenti). Oltre a quanto precedentemente descritto, sono varie le caratteristiche e le peculiarità dello strumento agevolativo, basti pensare al trattamento degli oneri accessori correlati all’investimento nonché a tutti gli aspetti tecnici che riguardano l’interconnessione dei beni, presupposto fondamentale per poter usufruire del beneficio. Una misura valevole - come indicato con la bozza del disegno di legge di Bilancio 2022 - fino al 2025, con una rimodulazione delle aliquote. In particolare, la proposta al vaglio del legislatore prevede, per gli investimenti in beni materiali 4.0 effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025 (ovvero entro il termine “lungo” del 30 giugno 2026), che il credito d’imposta sia riconosciuto nella misura del 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; nella misura del 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 e fino a 10 milioni di euro; e nella misura del 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 e fino a 20 milioni di euro. Con riferimento ai beni immateriali 4.0, la proposta prevede che il credito d’imposta rimanga nella misura del 20%, con limite massimo annuale di costi pari a 1 milione di euro, per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2023 mentre, per gli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025, l’aliquota scenderà rispettivamente al 15% e al 10%. Insomma, sono numerose le opportunità per promuovere la crescita tecnologica delle imprese italiane in chiave Industria 4.0, che si estendono fino al 2026 ma, per pianificare e massimizzare al meglio l’effettuazione degli investimenti nonché per cogliere ulteriori chance economiche e fiscali previste dal PNRR, risulta fondamentale l’intervento della figura del consulente - vista anche la natura fiscale del beneficio e i tecnicismi dello stesso - per supportare le imprese che intendono improntare la propria azienda in ottica 4.0. Fonte IPSOA |
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June 2022
Autorea cura della Redazione di Eu20 European Network to Local Development |