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CDP con il PNRR per rilanciare la crescitaL'obiettivo è favorire lo sviluppo sostenibile del paese, realizzando un significativo impatto economico, sociale e ambientale, ha dichiarato il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorgo Tempini, in occasione della presentazione del Piano Strategico CDP 2022-2024.
Il Piano - approvato oggi a Roma dal Consiglio di amministrazione della società - non è né una lista di azioni dettagliate, né un elenco di buone intenzioni, ma una strategia che individua gli strumenti operativi e la rotta per la Cassa del futuro, ha spiegato il presidente di CDP. “Il Piano Strategico #CDP2024 guarda al futuro con responsabilità e consapevolezza, per essere sempre più volano per lo #svilupposostenibile del Paese e realizzare un significativo impatto economico, sociale e ambientale” . Il Piano Strategico di CDP si interseca con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che diventa "determinante per dare un poderoso slancio di carattere strutturale, non passeggero, al paese". Citando John F. Kennedy ("The rising tide that lifts all boats"), anche l'amministratore delegato di CDP, Dario Scannapieco, ha ribadito l'effetto catalizzatore del Recovery plan, che risolleverà l'economia italiana come l'onda che tocca tutte le barche facendole salire. Sfide, obiettivi e pilastri del Piano Strategico CDP 2022-2024 Partendo dall'analisi del contesto globale ed italiano nell'era post-Covid, il Piano Strategico CDP 2022-2024 individua quattro sfide da affrontare per rilanciare l’economia italiana nel prossimo triennio: cambiamento climatico e tutela dell’ecosistema, crescita inclusiva e sostenibile, ripensamento delle filiere produttive, digitalizzazione e innovazione. L'obiettivo è superare le 'debolezze' che caratterizzano il paese, dal basso livello di investimenti nella ricerca alla limitata capacità di spesa dei fondi UE, ha sottolineato Scannapieco. Partendo da queste quattro sfide "abbiamo creato il campo da gioco di CDP, con 10 campi di intervento", in linea sia con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile che con le missioni del Recovery plan. CDP PNRR La strategia operativa che CDP adotterà per realizzare gli interventi individuati nel Piano si basa su tre grandi pilastri trasformativi:
Nell'ambito del primo pilastro CDP intende creare anche dei Competence Center specializzati per aree tematiche: sviluppo e rigenerazione urbana, risorse naturali energia e ambiente, trasporti, infrastrutture sociali, innovazione e digitalizzazione. Competence center Per quanto riguarda il secondo pilastro, invece, CDP intende aiutare imprese e amministrazioni pubbliche nell'accesso ai fondi e nella gestione delle risorse - compreso il PNRR -, intervenendo anche in fase di pianificazione degli investimenti. Fondi Nel prossimo triennio Cassa Depositi e Prestiti - ha proseguito Scannapieco - impegnerà risorse per 65 miliardi di euro (+5% sul periodo precedente), attirando 63 miliardi da terzi (+27%), attivando nel complesso investimenti per 128 miliardi (+14%). All'Italia 14,4 miliardi di fondi europei REACT EUIl 24 novembre Commissione europea ha pubblicato l'assegnazione delle risorse REACT-EU per l'anno 2022 tra gli Stati membri. Lo strumento prevede infatti un meccanismo in due fasi, con il 70% dei fondi ripartiti tra i 27 nel 2021 in base all'impatto dell'emergenza e il restante 30% distribuito nel 2022 sulla base dei dati statistici più recenti.
I 10,8 miliardi a prezzi correnti messi a disposizione per il 2022 si aggiungono quindi ai circa 40 miliardi di euro per il 2021, per il 92% già assegnati a Programmi della Politica di Coesione, principalmente per colmare il divario tra le misure di emergenza adottate all'inizio della crisi e il superamento a lungo termine dei suoi effetti. Gli Stati membri potranno ora trasmettere alla Commissione le modifiche dei propri Programmi operativi nazionali e regionali. Una volta approvate tali modifiche, i Paesi avranno accesso alle nuove risorse a partire dal 1° gennaio 2022. REACT EU rappresenta infatti un ponte tra la Politica di Coesione 2014-2020 e la nuova programmazione dei fondi europei, che mira ad accompagnare l'uscita dalla crisi Covid-19 gararantendo la continuità del sostegno alle regioni europee in attesa dei nuovi Programmi operativi 2021-2027. “REACT-EU è uno strumento di successo per sostenere la ripresa dalla crisi del coronavirus e intraprendere un'equa transizione verde e digitale nell'UE. I paesi dell'UE hanno programmato quasi tutte le risorse REACT-EU per il 2021; li esortiamo pertanto a presentare in tempi rapidi alla Commissione le modifiche dei Programmi per la tranche 2022 per un assorbimento tempestivo”, ha dichiarato Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, annunciando lo sblocco dei fondi 2022. “Dal sostegno alle persone in cerca di occupazione in Belgio al finanziamento dell'assistenza agli anziani in Bulgaria, sin dall'inizio della crisi REACT-EU ha apportato un contributo concreto alle vite dei cittadini europei. Con 11 miliardi di euro disponibili per il 2022, gli Stati membri dovrebbero continuare a sfruttare al meglio questa fonte aggiuntiva di finanziamento”, ha dichiarato invece Nicolas Schmit, commissario per il Lavoro e i diritti sociali. I fondi REACT EU per l'ItaliaCon l'assegnazione delle risorse per il 2022 la dotazione nazionale riservata all'Italia sale e 14,4 miliardi di euro, superiore ai 13,5 miliardi attesi dalla programmazione iniziale. Agli 11,3 miliardi già ottenuti per il 2021 si aggiungono infatti 3,1 miliardi, 900 milioni in più del previsto. Queste risorse potranno essere utilizzate per potenziare il budget degli interventi già previsti dal Piano REACT EU dell'Italia o per individuare nuove misure da finanziarie nell'ambito dei PON e dei POR FESR e FSE 2014-2020. La programmazione di questi fondi aggiuntivi sarà l'impegno dei prossimi mesi, ha spiegato la ministra per il Sud e la Coesione Mara Carfagna, ricordando la sollecitazione di Bruxelles a velocizzare il processo per garantire tempo sufficiente alla realizzazione dei progetti che dovranno necessariamente concludersi entro il 2023, secondo il regolamento di REACT-EU. Una parte di queste risorse, ha anticipato Carfagna, andrà a incrementare la dotazione del bando da 313 milioni di euro per gli interventi di manutenzione straordinaria e ammodernamento delle reti idriche al Sud. L'avviso, volto a ridurre gli sprechi idrici nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, è stato reso possibile dall'iniezione di risorse REACT EU a favore del Programma Operativo Nazionale Reti e Infrastrutture 2014-2020 (PON Reti) e potrebbe quindi essere potenziato con i nuovi fondi 2022. La scadenza per la presentazione dei progetti è attualmente fissata al 23 dicembre 2021. Cessione dei crediti d’imposta attenzionate dall'Agenzia delle EntrateLe opzioni per la cessione del credito a terzi e lo sconto in fattura finiscono sotto la morsa del fisco. D’ora in poi il non utilizzo diretto delle principali agevolazioni fiscali suscettibili di essere trasferite a terzi, saranno sottoposte a un vaglio preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate che potrebbe anche bloccarne il passaggio in presenza di specifici segnali di rischiosità fiscale. L’intervento operato dal decreto Controlli (D.L. n. 157/2021) non riguarda soltanto i bonus edilizi ma anche le cessioni dei principali crediti d’imposta dell’era Covid
PNRR: finanziamenti e risorse europee a servizio dell’internazionalizzazione delle PMIUn importante aiuto per favorire gli investimenti nel digitale e nel green delle PMI viene dal Fondo 394. A questo fondo il PNRR - cioè il piano nazionale che assegna le risorse che l’Europa ha riservato all’Italia all’interno del programma NextGenerationUE - ha destinato di recente 1,2 miliardi per l’erogazione di finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione.
Ad oggi ci sono ancora ampie disponibilità di risorse e c’è tempo fino al al 3 dicembre per chiedere un finanziamento, salvo ovviamente un esaurimento anticipato dei fondi. I finanziamenti PNRR offrono un tasso agevolato (nel mese di novembre 2021 lo 0,055% annuo) e prevedono un cofinanziamento a fondo perduto fino al 25%, quota che sale al 40% per le PMI del Sud, per aiutarle a colmare il gap con il resto del Paese. Le tre linee proposte sono:
La rimanente quota potrà servire a finanziare, invece, spese per transizione ecologica - come il rinnovo del parco auto della rete commerciale con veicoli elettrici e colonnine di ricarica, l’installazione di pannelli solari per la riduzione dell’impatto ambientale dell’impresa, la consulenza finalizzata all’ottenimento di certificazioni ambientali – e, ovviamente, spese per lo sviluppo internazionale. Oltre ai finanziamenti agevolati, attraverso la “Partecipazione al Capitale” e il connesso “Fondo di Venture Capital” si offre alle imprese risorse per rafforzare la propria presenza internazionale, per esempio aprendo una nuova società oltre frontiera con un partner estero. E se si è nella fase della ricerca di un partner estero la risposta viene sempre suggerita dal Gruppo CDP dove la capogruppo Cassa depositi e prestiti con il MAECI ha lanciato “Business Matching”, una piattaforma digitale che, grazie a un algoritmo che abbina imprese italiane e straniere in base a caratteristiche ed esigenze complementari, favorisce incontri di business e la genesi di nuove possibilità di collaborazione a progetti di internazionalizzazione ed export. Lo strumento inizialmente avrà un focus su Cina, India e Giappone, ma già a partire dal prossimo anno l’operatività sarà progressivamente estesa ad altri Paesi. Horizon Europe: finanziati i progetti per digitalizzazione e transizione verde dell’industriaDOMANDE ENTRO IL 25 GENNAIO 2022 - 23 NOVEMBRE 2021 ORE 06:00
Stimolare la ricerca e l'innovazione. Sostenere la transizione verde e digitale dei modelli industriali tradizionali, lo sviluppo di nuove tecnologie e modelli di business, nonché creare una società europea più resiliente e inclusiva. Sono questi e altri gli obiettivi del bando “A digitised, resource-efficient and resilient industry”, finanziato nell'ambito del programma Horizon Europe, aperto a qualsiasi impresa. Il bando “A digitised, resource-efficient and resilient industry”, pubblicato nell'ambito del programma Horizon Europe, si propone di sostenere i seguenti orientamenti strategici chiave, così come delineati nel proprio piano strategico per gli anni 2021-2024: - fare dell'Europa la prima economia circolare, climaticamente neutrale e sostenibile abilitata dal digitale attraverso la trasformazione dei suoi sistemi di mobilità, energia, costruzione e produzione; - promuovere un'autonomia strategica aperta guidando lo sviluppo di tecnologie digitali chiave, abilitanti ed emergenti, settori e catene di valore per accelerare e guidare le transizioni digitali e verdi attraverso tecnologie e innovazioni incentrate sull'uomo; - creare una società europea più resiliente, inclusiva e democratica, preparata e reattiva alle minacce e ai disastri, affrontando le disuguaglianze e fornendo un'assistenza sanitaria di alta qualità, e mettendo in grado tutti i cittadini di agire nelle transizioni verdi e digitali. Cosa prevede la call Le proposte a valere su questa misura, per il quale è stato stanziato un budget di 10 milioni di euro, devono poter definire un percorso credibile per contribuire al seguente impatto atteso del “Cluster 4” di Horizon Europe (Digital, Industry and Space). In particolare, riguardano la leadership industriale e maggiore autonomia in catene di valore strategiche chiave con sicurezza di approvvigionamento in materie prime, ottenuta attraverso tecnologie rivoluzionarie in aree di alleanze industriali, ecosistemi dinamici di innovazione industriale e soluzioni avanzate per la sostituzione, l'efficienza delle risorse e dell'energia, il riutilizzo efficace e il recupero e la produzione primaria pulita di materie prime, comprese le materie prime critiche, e la leadership nell'economia circolare. Attraverso questa misura si vuole stimolare la ricerca e l'innovazione, elementi fondamentali per migliorare la leadership industriale e una maggiore resilienza. Essa sosterrà la modernizzazione dei modelli industriali tradizionali, lo sviluppo di nuove tecnologie, modelli di business e processi. Questo può migliorare la flessibilità della struttura industriale dell'UE e aumentare la sua resilienza riducendo la dipendenza dell'UE dai paesi terzi per le materie prime e le tecnologie critiche. La resilienza deve essere interpretata come qualcosa che va oltre la capacità di resistere e far fronte agli shock; è un'opportunità per affrontare le transizioni in modo sostenibile ed equo. Mentre l'UE si prepara a diventare un'economia climaticamente neutra, circolare e competitiva entro il 2050, la resilienza richiederà di prestare attenzione ai nuovi elementi di criticità del settore industriale, in quanto interi settori subiscono profonde trasformazioni, creando al contempo opportunità per l'industria europea di sviluppare i propri mercati, prodotti e servizi a beneficio della propria competitività. Gli obiettivi Nel concreto i partecipanti dovranno: 1. realizzare dei progetti pilota di rinnovamento nel senso di "quartieri faro" seguendo un approccio di quartiere intelligente e fornendo modelli per la replica, mettendo in primo piano la vivibilità e le ultime innovazioni tecnologiche e sociali; 2. promuovere partenariati a livello locale per sviluppare, adattare, progettare nuovi processi, metodi e tecnologie (ad esempio, efficienza energetica, edilizia circolare e modulare, smart living, eco-design, ecc.) coinvolgendo sia i diversi settori e campi operativi legati alla costruzione come l'energia rinnovabile, il trattamento delle acque e l'elettronica, sia i residenti, le associazioni di edilizia sociale e pubblica e gli attori della società civile. 3. identificare "progetti ready to go" in termini di ristrutturazione dell'edilizia sociale e degli edifici meno performanti per testare nuovi metodi, pratiche e tecnologie. 4. sostenere le imprese e il settore privato nello sviluppo di progetti dimostrativi che vanno oltre (ambizione ambientale - sociale - culturale) e permettono innovazioni e nuove tecnologie mettendo in primo piano l'inclusione e il progresso sociale; 5. promuovere metodi di costruzione circolare tenendo conto delle diverse prospettive industriali e delle catene di valore rilevanti per la ristrutturazione dei quartieri; 6. applicare e pilotare applicazioni innovative di smart housing (a livello di singola abitazione) e sistemi generali di smart grid o di energia, rifiuti, acqua, stoccaggio e altri sistemi a livello distrettuale, utilizzando la tecnologia più recente su scala e la tecnologia che migliora la stessa fornitura di servizi di social housing; Chi può partecipare La misura è aperta a qualsiasi soggetto giuridico inteso come qualsiasi persona fisica o giuridica costituita e riconosciuta come tale ai sensi del diritto nazionale, dell'UE o internazionale, dotato di personalità giuridica e che può, agendo in nome proprio, esercitare diritti ed essere soggetto a obblighi, o un soggetto senza personalità giuridica. La partecipazione è possibile sia come “beneficiario di sovvenzione”, che come “entità affiliata” o “partner associato”. Misura dell'agevolazione L'agevolazione massima è legata ai costi effettivi di progetto ed è calcolata il base al tasso massimo di finanziamento riferito alle varie categorie di costi. - azione di ricerca e innovazione: 100% - azione di innovazione: 70% - azione di coordinamento e sostegno: 100% - azione di cofinanziamento del programma: tra il 30% e il 70% - innovazione e diffusione sul mercato: 70% - azioni di formazione e mobilità: 100% - azione di approvvigionamento pre-commerciale: 100% - azione di appalto pubblico di soluzioni innovative: 50% Termine ultimo di partecipazione Il termine di presentazione delle candidature è fissato per il 25 gennaio 2022. Come partecipare Aiuti di Stato, agevolazioni anti-Covid da autocertificareI soggetti che hanno percepito gli aiuti e i sostegni definiti dai vari decreti anti-Covid sono tenuti alla presentazione di una apposita autocertificazione al fine di verificare i limiti massimi di aiuto fruibili in base alle disposizioni UE. Con un decreto in corso di emanazione, il Ministero dell’Economia e delle finanze definisce le modalità operative per la presentazione dell’autocertificazione, le regole per la verifica dei limiti e le conseguenze in caso di superamento. Si attende, invece, dall’Agenzia delle Entrate la modulistica per redigere e inviare le autocertificazioni.
Fonte EU20 UE proroga Quadro temporaneo aiuti di Stato fino a giugno 2022La Commissione europea, che il 1° ottobre aveva proposto ai 27 la proroga del Temporary Framework, ha adottato il prolungamento del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato al 30 giugno 2022.
Al fine di accelerare ulteriormente la ripresa economica, Bruxelles ha stabilito una proroga di sei mesi del Quadro temporaneo per gli aiuti di stato, la cui scadenza era prevista per il 31 dicembre 2021. Come ha spiegato la vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, Margrethe Vestager, "la proroga limitata offre la possibilità di un'eliminazione graduale, progressiva e coordinata delle misure legate alla crisi, evitando improvvisi e bruschi deterioramenti. D'altro canto continueremo a monitorare attentamente l'aumento delle infezioni di Covid-19 e altri rischi per la ripresa economica". Parallelamente alla decisione di estendere la validità del Temporary Framework, la Commissione ha deciso di introdurre una serie di adeguamenti mirati, tra cui due nuove misure per creare incentivi diretti per investimenti privati e misure di sostegno alla solvibilità orientati al futuro. FONTE EU20 WWW.EU20NETWORK.WEEBLY.COM Nuova Sabatini: modificati i criteri di erogazione del contributoIl disegno di legge di Bilancio 2022 assicura continuità alla Nuova Sabatini per il sostegno degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, ma ne modifica i criteri di erogazione. La Manovra prevede, infatti, che l'erogazione del contributo in un'unica soluzione venga applicata solo in caso di finanziamento non superiore a 200.000 euro, anziché a tutte le domande presentate dalle imprese, a prescindere dall'importo finanziato dalle banche. Nello specifico, la misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Crisi d’impresa: al via la composizione negoziata. Con nuove opportunità per i professionistiA partire dal 15 novembre entra in vigore l’innovativo istituto della composizione negoziata, appositamente previsto dal D.L. n. 118 del 2021 per il risanamento delle imprese in crisi. Su base volontaria, l’imprenditore può chiedere la nomina di un esperto indipendente, quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa. La composizione negoziata, oltre a venire in aiuto delle imprese in difficoltà, rappresenta, quindi, un’interessante opportunità di lavoro per i professionisti che operano sulla crisi d’impresa e per quelli che intendono avvicinarsi a questo settore. Dovrebbero, infatti, essere quasi 300.000 le aziende che potrebbero accedere a questa nuova procedura e circa 10.000 le richieste annue di nomina di esperti nella composizione negoziata.
Il D.L. n. 118/2021 ha previsto l’introduzione, a partire dal 15 novembre 2021, della composizione negoziata della crisi d’impresa. Tale normativa, con qualche modifica introdotta in sede di conversione, è stata resa definitiva con la l. n. 147/2021 pubblicata sulla G.U. serie generale n. 254 del 23/10/2021. Con la composizione negoziata viene messo a disposizione degli imprenditori e dei loro consulenti uno strumento innovativo per la ristrutturazione o il risanamento aziendale delle imprese in crisi ed agevolare l’accesso alle procedure alternative al fallimento. Su base volontaria, l’imprenditore commerciale, compreso quello agricolo o quello “sotto soglia”, che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza, può chiedere al segretario generale della Camera di commercio del capoluogo di regione nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell’impresa la nomina di un esperto indipendente, quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa (con specifiche particolarità per le imprese sotto soglia e per quelle con sede nelle province di Trento e Bolzano). Per la gestione della composizione negoziata è stata istituita dal sistema delle Camere di commercio, per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del Ministero della giustizia e del Ministero dello sviluppo economico una specifica piattaforma telematica. Questa applicazione informatica è utilizzabile dagli imprenditori iscritti nel Registro delle imprese, attraverso il sito internet istituzionale di ciascuna Camera di commercio, per specifiche verifiche sullo stato di salute dell’impresa e per chiedere la nomina di un esperto che possa assistere l’imprenditore interessato nella gestione dei rapporti con i creditori per giungere al superamento della crisi. Tutto lo svolgimento della procedura avverrà con l’impiego di questo gestionale informatico ed il Tribunale non verrà coinvolto tranne che su specifiche richieste dell’imprenditore (ad esempio per la richiesta di misure protettive, finanziamenti prededucibili o rinegoziazione di contratti). Gli esperti e gli elenchi tenuti presso le Camere di commercio La composizione negoziata sarà impostata sulla figura dell’esperto che dovrà assistere l’imprenditore, facilitare i rapporti con i creditori e svolgere attività di garanzia di corretto comportamento del debitore durante la fase negoziale anche perché la gestione dell’impresa resta in capo dell’imprenditore. Potranno essere nominati esperti nella composizione negoziale della crisi: - gli iscritti da almeno cinque anni all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e all’albo degli avvocati che documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa; - gli iscritti da almeno cinque anni all’albo dei consulenti del lavoro che documentano di avere concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati o di accordi sottostanti a piani attestati o di avere concorso alla presentazione di concordati con continuità aziendale che sono stati omologati; - i soggetti non iscritti in albi professionali, che documentano di avere svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in imprese interessate da operazioni di ristrutturazione concluse con piani di risanamento attestati, accordi di ristrutturazione dei debiti e concordati preventivi con continuità aziendale che sono stati omologati, qualora non sia stata successivamente pronunciata sentenza dichiarativa di fallimento o sentenza di accertamento dello stato di insolvenza. Gli interessati a svolgere la funzione di esperto devono essere iscritti negli elenchi tenuti dalla Camera di commercio del capoluogo di regione o delle province autonome di Trento e di Bolzano. Da tali elenchi una apposita commissione nominata presso ciascuna delle Camere di commercio già indicate selezionerà l’esperto da assegnare alla composizione negoziata richiesta dall’imprenditore Il D.M. 28/9/2021 del Ministero della Giustizia Il Ministero della Giustizia, adempiendo al disposto del D.L. 118/2021, il 28/9/2021 ha emanato un decreto dirigenziale contenente dettagliate informazioni ed istruzioni su numerosi aspetti riguardanti la composizione negoziata. In tale documento si tratta, ad esempio, dell’utilizzo della piattaforma telematica e del protocollo di conduzione della composizione negoziata. Nel decreto si affronta anche la formazione obbligatoria preventiva alla quale saranno tenuti tutti gli esperti che aspirano ad iscriversi agli elenchi tenuti presso le camere di commercio. Senza poter tenere conto di precedenti esperienze lavorative o di frequenza, tutti i candidati esperti dovranno frequentare corsi di 55 ore dove saranno affrontate numerose materie giuridiche e tecniche per le quali sono precisate le ore specifiche per ciascuna giornata formativa oltre che i requisiti professionali obbligatori dei formatori. La creazione degli elenchi e la formazione obbligatoria per gli esperti Per l’iscrizione negli elenchi tenuti presso le Camere di commercio è necessaria la presentazione di una apposita domanda corredata di quanto necessario a dimostrare il possesso dei requisiti professionali, le esperienze lavorative precedenti e la frequenza della specifica formazione di 55 ore prevista con il decreto del 28/9/2021. Per dottori commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro, la domanda di iscrizione viene presentata agli ordini professionali di appartenenza che, verificata la completezza della domanda e della documentazione, comunicano i nominativi dei professionisti alla competente camera di commercio. Ai fini del primo popolamento degli elenchi, fino al 16 maggio 2022, l’aggiornamento dei dati comunicati dagli ordini professionali sarà continuo mentre a regime, a partire dal 17 maggio 2022, avverrà con cadenza annuale. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, con il regolamento approvato il 27 ottobre 2021 (e messo a disposizione degli ordini locali in data 8/11/2021) ha evidenziato che la domanda di iscrizione all’elenco, da presentare all’Ordine di appartenenza deve essere corredata dalla documentazione comprovante: a) l’iscrizione all’ordine da almeno cinque anni; b) le precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa; c) l’autocertificazione attestante l’assolvimento dell’obbligo formativo, ovvero dalla dichiarazione dalla quale risulta che produrranno l’attestazione relativa all’assolvimento dell’obbligo formativo entro trenta giorni dalla presentazione della domanda; d) il curriculum vitae, oggetto di autocertificazione, dal quale risulti ogni altra esperienza formativa in materia, anche nelle tecniche di facilitazione e mediazione, valutabile all’atto della nomina come titolo di preferenza; e) il consenso ai fini della privacy sul trattamento dei dati comunicati. Considerata la necessità della formazione obbligatoria di 55 ore da parte di tutti gli esperti, si evidenzia la possibilità della presentazione della domanda anche se non è stata ancora completata la formazione. Entro 30 giorni dalla presentazione della domanda l’interessato dovrà produrre la documentazione riguardante la conclusione del processo formativo. Da fine ottobre sono stati avviati specifici corsi finalizzati a permettere ai futuri esperti di acquisire le 55 ore di formazione obbligatoria. Si tratta di corsi tenuti con una cadenza serrata ma, salvo eccezioni, difficilmente potranno concludersi prima del 15 novembre, data di entrata in vigore della composizione negoziata. La possibilità di presentare la domanda con riserva di integrazione dell’attestazione sulla formazione, permetterà, perciò, di poter iscrivere negli elenchi un primo nucleo di esperti, e permettere alle commissioni “camerali” di avere a disposizione un gruppo di professionisti tra i quali selezionare gli esperti da nominare nelle prime domande presentare dagli imprenditori. Le imprese potenzialmente interessate Da informazioni provenienti da Unioncamere, dovrebbero essere quasi 300 mila le imprese con elementi di criticità che potrebbero accedere a questa nuova soluzione per la definizione della crisi. Sono ipotizzate circa 10 mila richieste annue di nomina di esperti per avere l’accesso alla composizione negoziata. La piattaforma, in corso di perfezionamento da parte delle Camere di commercio, sarà resa disponibile a breve e questo consentirà a tutti gli interessati di eseguire i test per la verifica dello stato di salute delle imprese o, se ritenuto necessario, per chiedere la nomina di un esperto. Nei giorni a ridosso del 15 novembre, Unioncamere non si aspetta molte domande da gestire e questo consentirà di assestare le eventuali anomalie che si dovessero riscontrare nella procedura telematica. Se così sarà, l’eventuale limitato numero di esperti che saranno già iscritti negli elenchi tenuti dalle camere di commercio potrebbe consentire di gestire adeguatamente le prime nomine necessarie. Le opportunità per i professionisti e le scelte delle commissioni regionali La composizione negoziata rappresenta un’interessante nuova opportunità di lavoro per i professionisti che operano sulla crisi d’impresa e per quelli che intendono avvicinarsi a questo settore. Un ruolo importante nella distribuzione degli incarichi è assegnato alle commissioni istituite presso le camere di commercio del capoluogo di regione o delle province autonome di Trento e Bolzano. Pur potendo individuare gli esperti anche da fuori regione, sarà necessario ed opportuno che la scelta dei professionisti che rivestiranno questo ruolo ricada, il più possibile, con riferimento alla territorialità delle imprese che chiederanno l’accesso alla composizione negoziata. Si dovrà evitare che i professionisti che operano nei capoluoghi di regione siano ingiustamente privilegiati nella scelta solo per la coincidenza territoriale della Camera di commercio che opererà la scelta con il luogo di svolgimento della loro attività. *fonte IPSOA Horizon Europe: come accedere ai finanziamenti dei bandi per la transizione ecologicaL’obiettivo del programma Horizon Europe per il Cluster 6 “Food, bioeconomy, natural resources, agriculture and environment” è fornire opportunità per migliorare ed equilibrare obiettivi ambientali, sociali ed economici e per indirizzare le attività economiche umane su un percorso verso la sostenibilità.
Il paradigma su cui si basa il Cluster 6 è quindi la necessità di un cambiamento innovativo dell'economia e della società dell'UE al fine di ridurre il degrado ambientale, arrestare e invertire il declino della biodiversità e gestire meglio le risorse naturali rispettando al contempo gli obiettivi climatici dell'UE e garantendo la sicurezza alimentare e idrica. La ricerca e l'innovazione (R&I) in questo cluster contribuiranno agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e ad accelerare la transizione ecologica richiesta dal Green Deal europeo, promuovere pratiche sostenibili in agricoltura, acquacoltura, pesca e silvicoltura, produrre cibo sano e sicuro, garantire un accesso ad acqua, aria e suoli puliti per tutti. Le destination previste Il programma Horizon Europe per il Cluster 6 prevede in tutto 7 destination: - destination 1 - biodiversità e servizi degli ecosistemi: per il sostegno e il recupero della biodiversità, la preservazione e il ripristino degli ecosistemi e dei loro servizi attraverso una gestione sostenibile delle risorse e una migliore conoscenza e capacità di innovazione sulla terraferma, nelle acque interne e in mare; - destination 2 - sistemi alimentari, agricoli e di allevamento sicuri dalla fase di produzione a quella del consumo: per la promozione di sistemi alimentari, agricoli e di allevamento sicuri, resilienti, climaticamente neutri che offrano cibo tracciabile, sano, economico e sostenibile; - destination 3 - economia circolare e i settori della bioeconomia: per il sostegno alla transizione all'economia circolare e alla bioeconomia individuando soluzioni circolari integrate e sicure per materiali e catene di valore importanti, come i settori del tessile, dell'elettronica, della plastica, dell'edilizia, la silvicoltura sostenibile, le soluzioni rurali bio-based su piccola scala e le catene di valore acquatiche; - destination 4 - ambiente pulito e ad inquinamento zero: per l'arresto e la prevenzione dell'inquinamento con un focus sulle acque dolci e marine, i suoli e l'aria, con attenzione alle emissioni di azoto e di fosforo, nonché sulle prestazioni ambientali e la sostenibilità dei processi nei sistemi bio-based; - destination 5 - suolo, oceano e acqua per l'azione per il clima: che mira a migliorare la comprensione dell’impatto del cambiamento climatico sugli ambienti terresti e marini, sulle risorse naturali, l’agricoltura e i sistemi agroalimentari, identificando azioni di mitigazioni e percorsi di adattabilità; - destination 6 - comunità urbane resilienti, inclusive, sane, rurali verdi e costiere: le attività previste su questo tema devono prestare particolare attenzione alle scienze sociali e comportamentali e agli aspetti di genere. Devono promuovere uno sviluppo sostenibile, equilibrato e inclusivo delle aree rurali, costiere e urbane; - destination 7 - governance innovativa, osservazione dell'ambiente e soluzioni digitali a sostegno del Green Deal:l' attività da realizzare devono mirare a sperimentare nuovi modi di governare il processo di transizione e a modernizzare la governance, in particolare rendendo le informazioni e le conoscenze disponibili e accessibili. Ognuna di queste “destination” viene sviluppata attraverso l’emissione di singole “call of action”, cioè i singoli bandi a cui le varie tipologie di soggetti giuridici, tra le quali naturalmente ci sono anche le imprese del settore di riferimento, possono partecipare sia come beneficiari diretti delle sovvenzioni, sia come partecipanti senza sovvenzione. In totale sono ben 77 le call previste per queste tematiche. Budget Per il biennio 2021-2022 è stato previsto un budget di 2,2 miliardi di euro mentre per gli anni 2023-2027 saranno 6,8 i miliardi messi a disposizione per un budget totale per il Cluster 6 di 9 miliardi. Chi può partecipare Le diverse call sono aperte a qualsiasi “soggetto giuridico" inteso come qualsiasi persona fisica o giuridica costituita e riconosciuta come tale ai sensi del diritto nazionale, dell'UE o internazionale, dotato di personalità giuridica. In sostanza possono partecipare: università, centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, pubbliche amministrazioni, operatori del settore, industrie, nonché piccole e medie imprese ad alto valore tecnologico. Misura dell'agevolazione L'agevolazione massima è legata ai costi effettivi di progetto ed è calcolata il base al tasso massimo di finanziamento riferito alle varie categorie di costi. - Azione di ricerca e innovazione: 100% - Azione di innovazione: 70% - Azione di coordinamento e sostegno: 100% - Azione di cofinanziamento del programma: tra il 30% e il 70% - Innovazione e diffusione sul mercato: 70% - Azioni di formazione e mobilità: 100% - Azione di approvvigionamento pre-commerciale: 100% - Azione di appalto pubblico di soluzioni innovative: 50% Il termine di presentazione delle candidature è fissato per il 15 febbraio 2022. Start-up: pubblicate le disposizioni attuative del contributo a fondo perdutoÈ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 264 del 5 novembre 2021, il decreto 10 settembre 2021 del Ministero dell’Economia e delle Finanze recante le disposizioni attuative dell'art. 1-ter del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69, concernente il riconoscimento di un contributo a fondo perduto dell'importo massimo di 1.000 euro a favore dei soggetti titolari di reddito d'impresa residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, che abbiano attivato la partita IVA nel corso dell'anno 2018 ma la cui attività economica abbia avuto inizio effettivo nel corso dell'anno 2019, in base alle risultanze del registro delle imprese tenuto presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura e che siano in possesso degli altri requisiti previsti dal predetto art. 1-ter. .
Modalità di accesso al contributo a fondo perduto Per ottenere il contributo a fondo perduto e ai fini del rispetto del limite di spesa di 20 milioni di euro, i soggetti interessati devono presentare un'istanza all'Agenzia delle entrate secondo le modalità che saranno definite con provvedimento del direttore della medesima Agenzia, da emanarsi entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Con il medesimo provvedimento saranno disciplinati, altresì, il contenuto informativo dell'istanza, i termini di presentazione della stessa e ogni altro elemento necessario ai fini del riconoscimento del contributo. Nuova Sabatini: 900 milioni di euro fino al 2026 a sostegno degli investimenti delle PMINuova Sabatini rifinanziata con 180 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026. E’ quanto prevede il disegno di legge di Bilancio 2022 a sostegno degli investimenti delle PMI. La misura agevola i finanziamenti per l'acquisto di nuovi macchinari, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali da parte delle piccole e medie imprese, anche mediante operazioni di leasing finanziario. Dal 1° gennaio 2021, indipendentemente dall’importo finanziario deliberato, l’erogazione del contributo è prevista al completamento dell’investimento autocertificato dall’impresa ed è effettuata in un’unica soluzione per le domande presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari.
Disegno di legge di Bilancio 2022 con nuovo termine al 2025Con il disegno di legge di Bilancio 2022 è arrivata l’estensione fino al 2025 sia del credito d’imposta per beni strumentali materiali 4.0 sia del credito d’imposta per beni strumentali immateriali 4.0.
Di contro , salvo modifiche , il credito d’imposta per investimenti in beni materiali ed immateriali generici non 4.0 si fermerà il 31 dicembre 2022 ovvero il 30 giugno 2023 con ordine e acconto almeno pari al 20% entro il 31 dicembre 2022. Con questo intervento legislativo si è voluto estendere l’arco temporale di riferimento della misura agevolativa con un scadenza al 2025 in considerazione di come si ritiene strategico gli investimenti aziendali in beni strumentali materiali e immateriali 4.0. Nella programmazione degli investimenti futuri, però, le imprese e i professionisti (per il solo bonus per i beni generici) dovranno tener conto anche delle nuove aliquote agevolative previste dalla legge di Bilancio 2021, che scatteranno dal 1° gennaio 2022. Credito d’imposta beni materiali 4.0 Il disegno di legge di Bilancio 2022, in primo luogo, interviene sulla disciplina del credito d’imposta beni materiali 4.0 (inclusi nell’allegato A annesso alla l. n. 232/2016), di cui agli articoli 1056 e 1057 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2021 (l. n. 178/2020), introducendo il nuovo comma 1057-bis. Ai sensi della nuova disposizione, per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 ovvero entro il 30 giugno 2026 a condizione che entro il 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del: - 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; - 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro; - 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro. Credito d’imposta beni immateriali 4.0 Per quanto riguarda invece il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali immateriali 4.0 (inclusi nell’allegato B annesso alla l. n. 232/2016), il disegno di legge di Bilancio 2022 sostituisce il comma 1058 dell’art. 1 della legge di Bilancio 2021 e aggiunge due nuovi commi: il comma 1058-bis e il comma 1058-ter. In particolare, ai sensi del nuovo comma 1058, per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2023, ovvero entro il 30 giugno 2024 a condizione che entro il 31 dicembre 2023 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 20% del costo, nel limite massimo annuale di costi ammissibili pari a 1 milione di euro. Due le principali novità del nuovo comma 1058 rispetto all’attuale formulazione. La prima riguarda il periodo di riferimento, prorogato di un anno. La formulazione attualmente vigente del comma 1058 prevede un credito d’imposta pari al 20% per gli investimenti effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. La seconda innovazione riguarda la spesa massima ammissibile: con la nuova disposizione viene specificato che il limite massimo di costo, pari a un milione di euro, è annuale, mentre nessuna indicazione è prevista nell’attuale formulazione del comma 1058. Ai sensi del nuovo comma 1058-bis, invece, per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2024, ovvero entro il 30 giugno 2025 a condizione che entro il 31 dicembre 2024 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 15% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro. Infine, in base al nuovo comma 1058-ter, per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 a condizione che entro il 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 10% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro. Per tutti i periodi agevolati, sono ammissibili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza. Nuove aliquote dal 2022 Oltre a queste novità, imprese e professionisti (per il solo bonus per i beni generici), come precedentemente accennato, nella programmazione dei futuri investimenti, devono tener presente della rimodulazione delle intensità già previste dalla legge di Bilancio 2021 (commi 1054, 1055, 1056, 1057, art. 1, l. n. 178/2021). Se per gli investimenti in beni strumentali immateriali 4.0 effettuati fino al 31 dicembre 2023 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2024), il credito d’imposta rimane stabile al 20% del costo, la situazione è diversa per il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 e per il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali generici. Per i beni strumentali materiali 4.0, infatti, in base al periodo di effettuazione degli investimenti, sono previste le seguenti aliquote agevolative: 1) per gli investimenti effettuati (dal 16 novembre 2020) entro il 31 dicembre 2021 ovvero entro il 30 giugno 2022 a condizione che entro il 31 dicembre 2021 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del: - 50% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; - 30% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro; - 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro; 2) per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023 a condizione che entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del: - 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; - 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro; - 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro. Per i beni strumentali materiali e immateriali generici non 4.0, invece: 1) per gli investimenti effettuati (dal 16 novembre 2020) entro il 31 dicembre 2021 ovvero entro il 30 giugno 2022 a condizione che entro il 31 dicembre 2021 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito di imposta è riconosciuto nella misura del 10% del costo (15% per investimenti propedeutici al lavoro agile), nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro (1 milione di euro nel caso di beni immateriali); 2) per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023 a condizione che entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, il credito di imposta è riconosciuto nella misura del 6% del costo, nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro (1 milione di euro nel caso di beni immateriali). Le misure per la cultura nella Manovra 202218app, il bonus cultura diventa strutturale
Verrà stabilizzato e reso permanente il bonus cultura, anche noto come 18app, per promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale attraverso l'assegnazione di una carta elettronica del valore di 500 euro. Il voucher, riservato ai neo-diciottenni, potrà essere speso tra cinema, musica, concerti, eventi culturali, libri, musica, musei, teatri, parchi, danza, corsi di musica e di teatro, lingua straniera, abbonamenti a quotidiani anche digitali. A decorrere dal prossimo anno, la Manovra stabilisce il limite massimo di spesa per l'erogazione dei voucher in 230 milioni di euro annui e introduce maggiori controlli sul corretto utilizzo del denaro, oggetto in passato di usi impropri da parte di alcuni 'furbetti'. In Manovra la proroga del bonus facciate Sarà prorogato per tutto il 2022 il bonus facciate, un credito d'imposta, pari al 90% per il 2021, che verrà rimodulato al 60% nel 2022. Con il bonus si intende rilanciare gli investimenti nel settore edilizio permettendo il restauro e il recupero delle facciate dei palazzi e dei condomìni, specialmente quelli storici dei centri cittadini. Nuove risorse per il patrimonio culturale A partire dal 2022 sarà incrementato con 100 milioni di euro il Fondo per la tutela del patrimonio culturale. Dando attuazione all’articolo 9 della Costituzione, lo strumento assicura risorse stabili alla tutela del patrimonio culturale e consente di pianificare con ragionevole anticipo gli interventi prioritari sul patrimonio dello Stato. Sarà rifinanziata con 20 milioni di euro per 2022 e 2023 la dotazione del Fondo Cultura: lo strumento, istituito con il decreto Rilancio del maggio 2020, per promuovere gli investimenti sul patrimonio culturale materiale e immateriale e aperto alla partecipazione di soggetti privati. Infine, i finanziamenti per le istituzioni culturali verranno incrementati di 20 milioni di euro a partire dal 2022. Il sostegno statale per la prima volta raggiunge i 70 milioni di euro annui. Dal tax credit cinema al Fus, i fondi per cinema e teatro Il fondo previsto dalla Legge Franceschini del 2016 per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo verrà incrementato di ulteriori 110 milioni di euro. L'importo minimo annuale del fondo, nel 2016 di 400 milioni di euro, partirà ora da 750 milioni. Questo progressivo aumento ha permesso di stabilizzare il tax credit cinema al 40%, una misura fiscale estremamente vantaggiosa che sta attraendo in Italia numerose produzioni internazionali. Dal 2022 il Fondo unico per lo spettacolo viene incrementato di ulteriori 20 milioni di euro superando così i 400 milioni di euro annui. In questo modo verrà potenziato il sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni ed imprese operanti nei settori delle attività musicali, teatrali, circensi, di spettacolo viaggiante e di danza. Con la legge di Bilancio verrà istituito un Fondo per il Sostegno Economico Temporaneo-SET, che potrà contare su una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per il 2022 e 40 milioni per il 2023. Lo strumento è una delle misure che faranno parte del nuovo welfare dei lavoratori dello spettacolo, che ridisegna le tutele dei lavoratori tenendo conto delle specificità di un settore in cui il rapporto di lavoro è strutturalmente discontinuo per il carattere oggettivo della prestazione e non per scelta dei lavoratori stessi. Per le fondazioni lirico sinfoniche sarà istituito un nuovo Fondo per il loro risanamento con una dotazione di 100 milioni di euro per l'anno 2022 e 50 milioni di euro per il 2023. Borghi, incentivi per artigiani e botteghe storiche Per i commercianti al dettaglio e gli artigiani che iniziano, proseguono o trasferiscono la propria attività in un comune con popolazione fino a 500 abitanti delle aree interne, sarà garantita per gli anni 2022 e 2023 l’esenzione dall’imposta municipale propria per gli immobili siti nei predetti Comuni. L'obiettivo è favorire lo sviluppo turistico e contrastare la desertificazione commerciale e l’abbandono dei piccoli centri. Lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali potranno anche concedere in comodato ai commercianti e agli artigiani beni immobili di loro proprietà che non sono utilizzati per fini istituzionali. Librerie, biblioteche e archivi di Stato Per promuovere la lettura e sostenere la filiera dell’editoria libraria, saranno stanziati 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 a sostegno delle biblioteche dello Stato, agli enti territoriali e agli istituti per l'acquisto dei libri. Inoltre 10 milioni di euro saranno spesi per il 2022 e 2023 per il tax credit librerie, l'incentivo fiscale che aiuta le librerie indipendenti situate nei piccoli centri. Al fine di assicurare la conservazione e la fruizione del patrimonio archivistico, verrà autorizzata la spesa di 100 milioni di euro fino al 2025 per l’acquisto di immobili da adibire ad archivi di Stato. La cifra coprirà anche interventi di ammodernamento, adeguamento, antincendio e antisismici. Dal 2022, inoltre, si prevede una spesa di 5 milioni di euro annui per la locazioni di immobili destinati ad archivio. #AGEVOLAZIONI #CULTURA #MANOVRA2022 #AIUTI Fonte FAS* Il Bando GEN4OLIVEAl via il Bando GEN4OLIVE finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020 e gestito dall'Agenzia esecutiva per la ricerca (REA). L'ambizione chiave del progetto europeo GEN4OLIVE è accelerare la mobilitazione della risorsa genetica domestica e selvatica di olivo nel bacino del Mediterraneo e valorizzare le attività di pre-riproduzione olivicola attraverso un approccio multi-attore. A tal fine, il progetto prevede la partecipazione di diversi attori provenienti dai più importanti Paesi del settore olivicolo mediterraneo, quali Francia, Grecia, Italia, Marocco, Spagna e Turchia. Interazione e collaborazione tra sapere scientifico e le parti interessate del settore, come allevatori e vivai: un punto chiave per migliorare la mobilitazione di tutte le risorse per consentire al settore della produzione olivicola di affrontare le attuali sfide tecniche e commerciali come effetti del cambiamento climatico, problemi di parassiti e malattie, richieste dei consumatori, aumento delle prestazioni agronomiche. Attingendo alle risorse genetiche dell'olivo, GEN4OLIVE mira a soddisfare le esigenze attuali e future di sicurezza alimentare e qualità, aprendo nuove opportunità di mercato e contribuendo alla modernizzazione e miglioramento della competitività del settore olivicolo. Gli obiettivi del progetto GEN4OLIVE sono: 1. sviluppare attività collettive pre-riproduttive che mirino a caratterizzare in profondità più di 500 varietà mondiali e 1000 genotipi selvaggi e antichi; 2. sviluppo di un'interfaccia intelligente e facile da usare che implementerà utilità di Intelligenza Artificiale; 3. migliorare la partecipazione degli allevatori e dei coltivatori a sostegno delle attività di pre-allevamento e dei piani di allevamento. Il budget del progetto è di 950.000 € erogato attraverso due bandi aperti ai progetti di innovazione presentati dalle PMI dedite alla precoltura e all'allevamento dell'olivo. Il budget sarà così distribuito: 750.000€ sulla prima call e 200.000€ sulla seconda call. Il primo bando sarà lanciato a settembre 2021. Il secondo bando sarà lanciato a ottobre 2022. Partner del progetto sono : l’Università di Cordoba (ES) in qualità di coordinatore del progetto, l’Organizzazione Agricola Ellenica DIMITRA Istituto dell'Olivo Alberi e piante subtropicali (GR), l’Istituto di ricerca sull'olivo Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per la Turchia, SANTA CRUZ INGENIERIA (ES), l’Institut National de la Recherche Agronomique – Centro Regionale di Marrakech in Marocco, la Fondazione Corporazione Tecnologica dell'Andalusia, il Gálvez Productos Agroquímicos (ES), Cámbrico Biotech (ES), l’Unione Ellenica dei Vivai, il Consiglio per la ricerca agricola, FOCUS Gbr (DE), ANKARA UNIVERSITESI, l’Università di Granada, l’Università di Jaen, l’Università La Sapienza i Roma, il Centre National de la Recherche Scientifique (FR). I destinatari del bando I destinatari dei bandi GEN4OLIVE sono le PMI interessate alle attività olivicole, considerate utenti finali delle risorse delle Banche del Germoplasma e dell'interfaccia sviluppata da GEN4OLIVE (principalmente allevatori, olivicoltori e produttori di olio d'oliva/olive da tavola) e tutti gli altri tipi di PMI (come il settore ICT) che possono contribuire direttamente o indirettamente all'accelerazione e al miglioramento delle risorse genetiche dell'olivo. I candidati devono essere PMI stabilite in uno dei seguenti paesi: Francia, Germania, Grecia, Italia, Marocco, Spagna e Turchia. Le attività supportate dal bando Il primo bando GEN4OLIVE offre voucher per proposte che mirano a implementare attività di pre-allevamento olivicolo e/o sviluppo di nuove tecnologie che possano contribuire ad accelerare il processo di allevamento e renderlo più efficace. Le proposte devono partire dai risultati dei lavori di ricerca precedenti (TRL≥6) per poter svolgere attività di pre-allevamento, sia sfruttando le risorse genetiche dell'olivo esistenti nelle e/o fuori le banche del germoplasma, e applicando e/o adeguando nuove tecniche/tecnologie per accelerare questo processo (es.: accorciamento del periodo giovanile dell'olivo - entrata in produzione; sviluppo di diversi biostimolanti; condizioni di illuminazione e clima controllato per accelerare il processo, o test rapidi su determinati parassiti, malattie). I progetti selezionati miglioreranno la collaborazione multi-attore e il trasferimento di conoscenze tra le banche del germoplasma e le PMI beneficiarie. Saranno supportate due diverse tipologie di attività progettuali:
Gli argomenti da affrontare coincideranno con le cinque grandi linee di lavoro di GEN4OLIVE, che sono le seguenti: (1) Resilienza agli effetti del cambiamento climatico (2) Resilienza a parassiti e malattie (3) Varietà ad alta produzione (4) Varietà di alta qualità (5) Eccellenti prestazioni agronomiche Le attività indicative concesse saranno, a titolo indicativo -Prove sul campo per studiare l'adattamento delle varietà di olivo a stress biotici e abiotici e altri scopi commerciali; -Caratterizzazione di cultivar per programmi di linea di allevamento specifici come olive da tavola, paesaggistica (polline gratuito) e altri scopi commerciali; -Valutazione multisito di nuove varietà candidate in ambienti diversi (valutazione dell'effetto ambiente); -Selezione di portainnesti adattati alle condizioni delle colture (resistenza alle malattie del suolo e vigore appropriato); -Tecniche di propagazione/micropropagazione e coltura per accorciare il periodo giovanile; -Sviluppo e sperimentazione di metodologie efficaci per aumentare il tasso di attecchimento delle varietà;
La tecnologia da sviluppare avrà un TRL minimo di 6. Le attività supportate possono includere: - Convalida di una tecnologia nell'ambiente pertinente -Dimostrazione di una tecnologia in un ambiente rilevante -Dimostrazione di un prototipo in ambiente operativo -Qualificazione di un sistema completo -Test di un sistema in un ambiente operativo. Le attività indicative concesse saranno lo sviluppo di soluzioni tecnologiche relative a: -Sviluppo di piattaforme/tecnologie automatiche di fenotipizzazione rapida e massiva (analisi di immagini, ecc.). -Sviluppo di strumenti molecolari come, ad esempio, il silenziamento genico, con l'obiettivo di accelerare i processi di allevamento. -Sviluppo di chip per la rilevazione rapida delle malattie dell'olivo. -Geolocalizzazione degli alberi nelle banche del germoplasma per garantire la tracciabilità. -Sviluppo di una piattaforma genomica per varianti modificabili da una collezione di noccioli di olivo utile per gli studi di mappatura - Abilitazione delle tecnologie blockchain per supportare le attività di sviluppo dell'olivo. - Dispositivi IOT per supportare le attività pre-riproduttive come la valutazione sul campo della resilienza a parassiti e malattie. -Sviluppo e validazione di nuove apparecchiature di laboratorio per accelerare il processo di pre-riproduzione nell'olivo. Ogni PMI interessata può presentare più di una candidatura ma solo nel caso in cui le idee progettuali siano diverse. Le agevolazioni previste Durante il progetto verranno lanciati due bandi. Il budget complessivo dei due bandi è di 950.000€ distribuito per la prima chiamata 750.000€ e 200.000€ per la seconda chiamata. L'importo massimo da concedere per PMI dal progetto GEN4OLIVE non deve superare i 60.000€ complessivi. Il contributo finanziario massimo cumulabile sulle due call rimane lo stesso. Attraverso il primo bando GEN4OLIVE vengono proposte due diverse tipologie di finanziamento: I Costi ammissibili |
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June 2022
Autorea cura della Redazione di Eu20 European Network to Local Development |